lunedì 9 febbraio 2009

un atto d'amore

 

 
 
 
"Io voglio far qualcosa che serva,
Fammi far solo una cosa che serva,
Dir la verità è un atto d’amore,
Fatto per la nostra rabbia che muore"

 
 
 
All'epoca dell'intervista, comunque, dicevi che il male non è Sanremo, ma quello che ti costringono a fare sia le case discografiche che il mondo della televisione...

Il male è quando sei tu che ti adatti a qualsiasi tipo di cosa perché pensi che sia necessario adattarsi per esserci, no? E allora, voglio dire, non avremmo cominciato a fare la musica che abbiamo fatto se avessimo pensato che era necessario adattarsi a qualcosa... avremmo fatto altro! Nel tempo, dopo tanti anni - perché nel '99 erano già tanti anni che andavamo in giro - tutti cominciavano a pensare di non dover aver paura di confrontarsi con l'esterno. Più che non aver paura era quasi un dovere quello di veicolare le idee, non perché ci sentivamo né dei paladini e neppure dei rivoluzionari; semplicemente portare i nostri punti di vista anche al di fuori del nostro ambiente dove ormai le idee marciscono perché sono lì a macerare. Questa necessità l'abbiamo avvertita sempre di più con il passare del tempo e con il "Tora! Tora!" abbiamo fatto un piccolo tentativo. Questo di Sanremo, adesso, è un altro tentativo, coerente con il "Tora! Tora!" da tutti i punti di vista perché arriviamo comunque a veicolare quello che facciamo, la musica, le idee e i punti di vista in un ambiente che non è il nostro. Perché usciremo al di fuori del nostro ambiente parlando con gente che magari non parla la nostra lingua rimanendo però noi stessi. Ciò non toglie che ci faremo promozione e che certamente ci converrà. Qualcuno dice che non ci converrà, ma dopo la conferenza stampa io ho già la borsa piena di articoli, che dimostra che forse non è il discorso di convenienza quello che importa...

Mentre ascoltavo il brano mi ha colpito la frase "La verità é un atto d'amore".

In fondo è quello che era, per il nostro privato, per quello che possiamo fare anche nel nostro piccolo. Prima di parlare di tutte le altre cose, le operazioni che faremo etc., io dico, ma non per schernirmi, nessuno va a fare la rivoluzione. Noi non cambieremo niente a Sanremo, neanche il gusto di Sanremo, neanche Sanremo cambieremo. Andiamo però approfittando di una cosa per portar in giro un'idea e secondo me ci stiamo riuscendo ed questa è la cosa più importante. Così come ci siamo riusciti in parte con il "Tora! Tora!" facendo delle bricioline, però, cazzo!, abbiamo seminato. E adesso cerchiamo ancora di alzare la posta e devo dirti che avevo dei piccoli dubbi, ma dopo la conferenza stampa e dopo ieri, con le uscite che ci sono state, con il pubblico inneggiava... Sai, alla fine, nessuno vuole fare delle rivoluzioni, nessuno si illude di rinnovare il costume di un paese, che per cambiare ci metterà anni. Però non per questo devi stare in salotto o nasconderti. Cioè, noi siamo una via di mezzo. Vogliamo fare le bricioline, ci mettiamo le bricioline e sono sicuro di questa cosa qua, dei cambiamenti aiuterà a produrli nel nostro piccolo... aiuterà a produrli.

E "Il paese è reale"? Nel senso che c'è qualcosa al di là di quello che viene trasmesso?

No, è la storia di una persona che aveva dei sogni e che scopre che questi sogni erano spazzatura proprio perché, lì fuori, il paese è reale - nel senso che la realtà è diversa da quella dei suoi sogni. La realtà è diversa, ci sono cose più urgenti da fare, altre cose più importanti da raggiungere, altri ruoli da avere, magari meno altisonanti, ma più nobili da un certo punto di vista. E in quel momento si trova completamente isolato all'interno di quello che lo circonda perché tutti gli altri hanno altri obiettivi, fra i quali quello di affondare bestemmiando e brindando e ballando così come sembra fare questo paese adesso. Sembra il Titanic. Stiamo affondando e tutti stanno a ballare. C'abbiamo tette e culi in televisione... e noi andiamo a vederli da vicino! (risate)
Insomma, questa persona si rende conto che vuole fare qualcosa di utile, non solo per sé stesso ma anche per quello che ha intorno e prende coscienza di una profondità diversa. È un testo attivista, quasi "interventista": fai, fai, anche nel tuo piccolo, ma fai! E nel nostro ambiente - e io a te posso dirlo che certe cose le sai - quando parlo con altri giornalisti non le capiscono, cioé parlano proprio un'altra lingua. Però nel nostro ambiente, purtroppo, lo sai benissimo, una delle cose più brutte è la mancanza di attivismo, la mancanza di prese di posizione, se non sono quelle carbonare del tipo: il mio orticello è più bello del tuo. (continua...per vedere il resto cliccare sul titolo del post)


Da Rockit.it, frammenti d'intervista di Faustiko a Manuel Agnelli

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