domenica 29 agosto 2010

Freaks, insetti e altre cose poetiche e schifose:
Ecco Floria Sigismondi

Approfitterò del fatto che in molti ora parlano di lei grazie al film biografico sulle Runaways, mitica band rock femminile di cui facevano parte Joan Jett e Lita Ford, per dirvi quanto sono affascinata dall'immaginario cinematografico di questa donna. Oltretutto, anche se naturalizzata canadese non dimentichiamoci che Floria è nata a Pescara. Nei suoi video mette spesso in scena freaks e persone che appaiono malate, riuscendo sempre nell'intento specifico di mettere a disagio lo spettatore. Il suo stile unico rimane modello (spesso e volentieri copiato) di molti giovani registi. Tanto per intenderci è lei la regista di Beautiful People


o di quell'altro capolavoro di Little Wonder di David Bowie


Poetiche e a volte macabre, le immagini di Floria si piazzano in uno stato teatrale, che è sia narrativo sia esplicitamente visivo, con influenze che vanno da Hans Belmer alla cultura mitologica greca. Floria sperimenta gli effetti della scienza sulla nostra esperienza corporale contemporanea, e propone una visione indefinita del futuro; con i progressi nella biotecnologia, tratta di aspettative complesse, misteriose, agghiaccianti e inesorabili. Floria è cresciuta a Toronto, come David Cronenberg, che ha anche fotografato e con cui ha più di un’analogia. In "Inseparabili" (Dead Ringers) ricorre l’uso di strumenti medici come strumenti di tortura e che diventano oggetti d’arte. Anche lei sembra vedere il lato minaccioso e mostruoso di apparecchi ortopedici e medici.


"Ho avuto un rapporto conflittuale con la religione che ho manifestato nel mio lavoro in passato, ispirato dai miei trascorsi giovanili – scuola cattolica per ragazze, cresciuta con un padre ateo ed una madre che stava per farsi suora. In questo momento non ne sono molto coinvolta, ma alcune icone continuano ad emergere nel mio lavoro. Le mie opere sono violente, io non cerco scuse. L’artista è il guerriero, il profeta coraggioso di ciò che la gente può non voler vedere, ma che vi si addentra ad ogni costo. Per questo penso che il mio lavoro sia terapeutico"


“Il bisogno dell’essere umano è quello di distruggere. Inizialmente la sensazione si cela sotto la pelle, e aspetta, allerta il momento giusto…per distruggere tutto ciò di più sacro. Immagini di vacche incendiate, costruzioni violate, slabbrate parti del corpo umano, la nascita della clonazione, e la morte dell’umanità, appaiono alla mia finestra. La collettività mi suggerisce di chiudere gli occhi, cambiare canale, accoccolarmi sotto il dolce peso dell’ignoranza, ma la realtà si alimenta ai miei piedi in un isterica impazienza. Mi uccide, mi limita, e mi distrugge. Modella la nostra vita quotidiana, la perdita e la dissoluzione. Adesso navigo con il realismo tra la vita, poiché ho sentito il desiderio umano di distruggere la bellezza. Questi sono i miei appunti e i miei schizzi, fantasmi di un paesaggio urbano. Se vogliamo scoprire noi stessi, dobbiamo distruggerci, la razza umana è interessata all’esperienza?”


Per saperne di più (biografia, collaborazioni ecc.ecc), oltre a Wikipedia, vi consiglio l'interessantissimo blog thepillowbook da cui ho preso buona parte delle informazioni contenute in questo post.

 

lunedì 23 agosto 2010

He travels best who travels alone ...

Oggi ho trovato su un simpatico blog questa frase che ho deciso di fare mia (cambiando ovviamente i cibi di cui si parla), visto che si avvicina il nuovo anno e quindi nuovi propositi...

Non ha molto senso affermare che, per non rimanere soli, dobbiamo sempre e comunque accontentarci delle persone che abbiamo attorno. Se stessi per morire di fame potrei di certo mangiare finocchi cotti, o magari anche qualcosa contenente anice (anche se non ne sono poi tanto sicura...), ma non avrebbe senso cibarmi di funghi velenosi.

 

i partner cambiano, i figli restano

 

Volevo partire bene...volevo non giudicare, ma tanto lo facciamo tutti, no? Sta cosa che la Nannini diventerà mamma a 54 anni ed è già al quinto mese di gravidanza non dovrebbe in effetti sconvolgermi più di tanto.. Vi ricordate quando Madonna comprò letteralmente un bambino in Malawi? "Non si può scegliere un bambino come si compra una borsetta" era stato il commento di Boniface Mandere, della associazione Eye of Child. Ecco io non vorrei apparire bigotta (ma poi chi se ne frega..) o dilungarmi su altre questioni, la cosa che mi preme è semplicemente questa: Queste donne ricche e famose che decidono per capriccio di mettere al mondo (inseminazione o rapporto sessuale non m'interessa) in età avanzata o di diventare madri anche attraverso l'adozione, pagando per avere un figlio...non è un puro atto di egoismo? (E riconosco che qualcuno potrebbe obiettare che mettere al mondo un figlio è sempre un atto di egoismo, trovandomi, fra l'altro concorde...) Certo, nel caso di Madonna, forse è meglio andare a vivere con la signora Ciccone che rimanere a fare la fame in Africa...o no? Per quanto riguarda la Nannini invece mi sembra solo che la differenza di età con questo pargolo che nascerà probabilmente a dicembre sia un po' troppa...vi ricordate quella bellissima battuta di "Harry ti presento Sally?" Charlie Chaplin fece figli fino a 73 anni. Si`, ma non riusciva a tenerli in braccio! Insomma...non poteva pensarci prima la Gianna?

 

mercoledì 11 agosto 2010

a well deserved rest

 

Tuttavia, affinchè continui a romperci i coglioni con quel cazzo di tamburo... anche il coniglietto Duracell ha bisogno ogni tanto di riposarsi...

 

lunedì 9 agosto 2010

Il Carroponte mentre Milano è in ferie:
Dilaila e Brunori Sas

Milano deserta e finalmente ci si può godere un concerto (anzi due) sotto il palco. Tutto veramente molto intimo. Se poi si calcola che buona parte dei fans di Brunori Sas vengono dalla Calabria e che probabilmente si stavano sollazzando in qualche spiaggia del sud... eccomi in prima fila...



ed ecco Paola Colombo al suo meglio




Devo dire che questa volta nemmeno Brunori mi è dispiaciuto, a differenza della prima volta alla Casa: leggero, semplice come il primo Rino Gaetano, ma efficace e toccante... oltre che veramente simpatico...




 

domenica 8 agosto 2010

somewhere

 

L'ultimo film di Sofia Coppola...dal trailer sembra delizioso...come lo è lei, d'altra parte...




 

martedì 3 agosto 2010

se usi la canzone giusta nella scena giusta

 

"Una delle cose che faccio quando sto per iniziare un film, quando sto scrivendo e ho un'idea per la pellicola, è di scorrere la mia collezione di dischi e cominciare a suonare delle canzoni, cercando di trovare la personalità, lo spirito del film. Poi "boom"! Avere Misirlou in Pulp Fiction sui titoli d'apertura è talmente intenso che equivale a dire "stai guardando un classico, un gran film, mettiti comodo". Se usi la canzone giusta nella scena giusta, se lo fai bene, se scegli delle canzoni e le metti nel film proprio nella giusta sequenza, non c'è cosa più cinematografica che tu possa fare al mondo. Se non avessi i miei dischi, non farei il regista...

(Quentin Tarantino)



Beh, per quanto mi riguarda, credo che valga così anche per la vita, no? Decine di canzoni che hanno fatto da colonne sonore a momenti più o meno felici, intensi, emozionanti...persone che (volenti o nolenti) vengono ormai associate automaticamente a quell'artista o a quel brano, ed io che ascolto, a volte, solo per ricordare.


 

In silenzio...

 


Uno sguardo mentre tutti urlano intorno a noi
hai paura di me, paura di me?
Io non parlo, tu riesci a sentirmi, come fai
sarà telepatia, telepatia?
In silenzio non togliere gli occhi da me, in silenzio.
Nello spazio tutti impazziscono tranne noi
non puoi dire di no, dire di no.
C'è una gabbia che ci tiene stretti come mai
hai paura di me, paura di me?
In silenzio non togliere gli occhi da me, in silenzio.
In silenzio le mie mani in cerca di te, in silenzio.
In silenzio le mie mani in cerca di te, in silenzio

 

lunedì 2 agosto 2010

O astronauta

 

Qualche anno fa (parecchi direi...) trovai nella biblioteca Sormani una raccolta di spartiti dedicati alla bossanova, ed esaltata com'ero, iniziai a imparare i brani classici di Jobim, Chico Buarque, Baden Powell, Vinicius de Moraes e tutti gli altri, per poi perdermi, come sempre...ma un pezzo che non conoscevo affatto mi rimase in mente; ancora adesso quando prendo la chitarra mi ricordo l'intro... e questo di paco de garcia è il filmato amatoriale più simpatico che lo riguarda...

 

domenica 1 agosto 2010

stanchi di essere stanchi di milano

 

Stralci dell'intervista a Fabrizio Coppola sulla Repubblica di venerdì. Io e Fabrizio viviamo nello stesso quartiere, nella zona di piazzale Loreto, continuamente bistrattato a causa della presenza di molti immigrati stranieri (le vicende di viale Padova sono sicuramente note a tutti)... invece devo dire che non ho mai trovato una tale umanità come tra chi vive nella mia zona, e nonostante quanto vogliono farci credere ci sto proprio bene. I supermercati etnici sono aperti fino a tardi, al Tempio d'Oro c'è un sacco di bella gente e un aperitivo favoloso (e almeno non ti danno da mangiare gli avanzi della sera prima), i ragazzi della casa occupata organizzano sempre qualcosa il venerdì sera nella piazzetta davanti a casa, e poi c'è la Ligera, un'enoteca anni 70 dove si presentano libri e suonano gruppi, e dove i Calibro 35 hanno girato il video di Tutta Donna, con la partecipazione di Georgeanne Kalweit e la complicità del proprietario del locale, che compare anche nel filmato. Ma per scoprire meglio il quartiere, dovete girare le sue vie a piedi, addentrarvi nel parco Trotter, nei negozietti (storico il Metropolis che riesce ancora a sopravvivere vendendo dischi), la bocciofila, e soprattutto parlare con la gente. Qui si sta trasferendo tutta una Milano creativa che non sopporta più lo scempio che hanno fatto di questa città (la forma di Milano è come una grande torta - diceva Paolo Rossi - e questo la dice lunga sulla sorte che spesso ha avuto), che ha voglia di reagire, di essere parte attiva in un nuovo processo di rinascita, che non sia basato solo sul profitto, ma sulla creazione di opportunità, anche e soprattutto per chi non si fa portavoce della cultura dominante.


La mia citta' ci insegna a vivere
da pipistrelli chiusi in scatole
La liberta' sentirti sola con chi vuoi
meglio di cio' che sei, meno di quel che puoi (vuoi?)

la mia citta'
la mia citta'
la mia citta'
la mia citta'

Sindaco no temo siano guai
di urbanita' bilanciocentrica
chi affrontera' i maglioncini degli insorti
blog rum e cocaina per battere il sistema
chi salvera'

la mia citta'
la mia citta'
la mia citta'

la mia citta'
la mia citta'
la mia citta'


(Afterhours, Tema: La mia città)

 

più punk del punk

 
Più punk di qualsiasi cosa abbiano mai fatto i Sex Pistols,"Flowers" non ha più nulla a che vedere con la musica rock: quello realizzato dai PIL è un campionario di visioni mostruose, è un'esperienza di sconvolgente messa a nudo della reale desolazione che è tanto in noi, quanto intorno a noi. Il che è poi null'altro che il vero, dichiarato obiettivo del punk: solo che prima dei PIL nessuno lo aveva reso esplicito con tanta chiarezza.

(Mauro Roma, da Ondarock)



Talk of the future or reminisce
Behind the dialogue
We're in a mess
Whatever I intended
I sent you flowers
You wanted chocolates instead
The flowers of romance


(PIL, Flowers of romance)