venerdì 28 novembre 2008

SoRPReSA!!!!



Ecco stamattina dalla mia finestra..aggiornamenti nel pomeriggio...

mercoledì 26 novembre 2008

Ah l'amore l'amore

Ho trovato solo questa versione comunque pregevole e intensa di Teresa De Sio al Club Tenco dell'anno scorso..




Ah...l'amore l'amore
quante cose ti fa fare l'amore,
ah....l'amore l'amore,
quante parole ti fa dire l'amore,
quanta vita, quante ore
dedicate all'amore,
quante frasi dette al vento
dedicate all'amore.

Ah....l'amore l'amore
quanti sogni ti brucia l'amore,
ah....l'amore l'amore,
quante notti non ti lascia dormire,
e ti senti più grande del mare
e ti senti ancor meno di niente.
Poi un giorno ti accorgi
che è finito il tempo dell'amore:

giuri che ormai
sei rimasto deluso,
che non crederai
più all'amore.
Poi una sera
uno sguardo
ti dice qualcosa
e sei fuori dal mondo.

Ah....l'amore l'amore,
come puoi dir di no all'amore?
ah....l'amore l'amore,
chiudi gli occhi e ti lasci sognare,
e ti trovi a inventare poesie,
a sognare le valli lontane
dove il sole raggiunge la luna
e le parla d'amore....

Passano i giorni
e l'amore ti lascia da solo,
di nuovo da solo.

Ah....l'amore l'amore
come gioca con te l'amore,
ah....l'amore l'amore,
come puoi dir di no all'amore?

..................................................

Variante: In un provino domestico Tenco aggiunge come quarta la seguente strofa:

" Ah l'amore l'amore
che ti prende per mano l'amore
ah l'amore l'amore
e tu voli lontano lontano
con un sogno sulle labbra,
con le stelle fra le dita
e ti fermi ad ascoltare il vento,
a parlare col mare "

E prima della penultima strofa aggiunge questi versi:

" Giuri che questa
è la vita che tu
nei tuoi sogni
aspettavi da sempre "

tratto da "IO SONO UNO" a cura di E.De Angelis"

martedì 25 novembre 2008

si ritorna alla realtà



Vladimir Luxuria vince L'Isola dei Famosi e noi ci illudiamo che possa essere un sintomo di apertura in quest'italia fascista e perbenista..perché significa che la gente è così avanti da vedere Vladimir per quello che è e non per come appare o per la sua identità di genere. La sua vittoria sembra anche una grande vittoria di civiltà del nostro Paese, delle persone che l'hanno votata mettendo da parte i pregiudizi, per la sua umanità e apertura verso il mondo, per la disponibilità che ha mostrato nei confronti di tutti...
Io rimango comunque perplessa.. In questi mesi sono aumentati gli attentati, gli atti intimidatori a danni di immigrati, comunisti, omosessuali..e chi difende la libertà di espressione delle proprie idee dentro e fuori la politica. E il tutto senza che la classe che ci governa tuteli e garantisca le persone nel loro vivere quotidiano, nella attività politica, lavorativa, familiare e civile.

lunedì 24 novembre 2008

ma sempre meglio di una sera d'inverno contro la città non ti sembra?

 
 
 
 
 
"guarda la coincidenza... ti ho vista ieri sera...
dimmi come ti chiami quanti ragazzi chiami
io non so fare niente volevo solamente...
chiuderti di sopra su da me forever"
ci prenderemo come i cani
la gente fuori non lo capirebbe mai
perduti nell'appartamento
non ci ritroveremo mai

 
 
 
 
 

l'ebbrezza della roulette



...ovviamente meglio se i bicchieri sono tutti pieni...

venerdì 21 novembre 2008

il teorema di Pier Paolo

 


Il teorema pasoliniano, con il suo linguaggio fatto di dati e corollari, è un racconto che mette a fuoco le possibili conseguenze dell'incontro misterioso tra l'individuo borghese e la dimensione del Sacro.

Al centro di questo teorema l'Ospite, l'estraneo, colui che arriva dall'esterno e porta lo scandalo all'interno di una tranquilla famiglia della borghesia italiana.

Egli irrompe nella vita di ognuno usando il sesso per rivelare i personaggi a se stessi e, determinando in loro una crisi profonda, provoca frattura e perdita di ogni controllo. Il visitatore è una figura silenziosa ed è proprio questo silenzio che colpisce immediatamente.

[da una recensione di Valentina Zangari]


..il film rappresenta l'impossibilità per la borghesia di redimersi.. anzi, essa è destinata a soccombere attraverso il suo strumento di dominio: la razionalità illuminista...

[Serafino Murri, Pier Paolo Pasolini, edizioni Il Castoro]

 

Il Pci ai giovani!!

È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.
[...]


Pier Paolo Pasolini

giovedì 20 novembre 2008

il grafico di alice




che cosa può succedere nei gruppi ristretti se non che prima o poi tutti stanno con tutti????
è fisiologico..e vi assicuro che non c'è orientamento sessuale che tenga... prima o poi alcune relazioni si rafforzano più di altre e bisogna trovare un nuovo assetto al gruppo stesso...

costruiremo delle molotov coi vostri avanzi





[...ho abbassato le saracinesche
dei negozi sui miei occhi...
...con le nostre discussioni serie
si arricchiscono solo
le compagnie telefoniche...]

 
 
 

mercoledì 19 novembre 2008

and the winner is...

 



"Siamo tutti dei maiali,
ma alcuni guardano al cielo..."



 

martedì 18 novembre 2008

BLaCk



oggi mi suoni e risuoni nella testa..con quel tuo riff di piano ossessivo...

Fogli bianchi, intatti fogli di argilla
giacciono distesi li dove una volta erano i nostri corpi
Tutti i cinque orizzonti ruotavano intorno alla sua anima
come la terra con il sole
Ora l'aria che sentivo e respiravo è scomparsa
Ooh, e ogni cosa mi faceva pensare a lei
Ooh, io so che mi dava tutto quello che possedeva
e ora le mie mani amare lacerano sotto le nuvole
quello che è stato
Oh, le foto devono essere state lavate nel nero, tatuando ogni cosa...

Faccio un giro fuori
sono circondato da dei bambini che giocano
Posso sentire le loro risate, allora perchè brucio
e mi contorco nei miei pensieri che mi ruotano in testa
Sto ruotando, sto ruotando
Come può il sole tramontare così velocemente?
e le mie mani amare cullare vetri rotti di ogni cosa che era?

tutte le foto sono state lavate nel nero, tatuando ogni cosa...
tutto il mio amore è andato in malora trasformando il mio mondo di nero!
Tatuando tutto quello che vedo, quello che sono, tutto quello che sarò....si

Io so che un giorno tu avrai una vita bellissima, io so che sarai una stella
nel cielo di qualcun altro, ma perchè
perchè, perchè non può essere, perchè non può essere il mio

lunedì 17 novembre 2008

oggi è anche il compleanno di jeff buckley...



Jeff Buckley stava per diventare un mito con un solo disco, Grace, destinato a rimanere uno dei capolavori degli anni '90, quando una morte assurda lo portò via. Ma tutta la sua vita è segnata da un destino negativo.

Jeffrey Scott Moorhead nasce il 17 novembre 1966 a Orange County, da Mary Guibert (riconiugata con Ron Moorhead) e da Tim Buckley. Suo padre, uno dei più grandi cantanti e compositori della storia del rock, iniziava proprio in quel periodo la sua carriera, incidendo il primo disco e separandosi, dopo poche settimane, dal piccolo Jeff e da sua madre. Tim morì per overdose all'età di 28 anni, entrando nella leggenda della musica americana e trascinando suo malgrado il figlio, che vide per la prima volta poche settimane prima di morire, inconsapevole di un destino altrettanto avverso che si prospettava anche per Jeff.



CURIOSITA':

In Italia si esibisce per tre volte (il 16 settembre 1994 a Milano, il 17 febbraio 1995 a Cesena e il 15 luglio 1995 a Correggio). Voci non ufficiali dicono che in quest'ultima data, la presenza di Jeff Buckley fu fortemente voluta dal rocker italiano Luciano Ligabue.

Tra il 1996 e il 1997 lavora, tra piccole soddisfazioni e grandi travagli interiori, al suo album, del quale non riuscì a vedere la pubblicazione; probabilmente avrebbe dovuto chiamarsi My sweetheart the drunk, titolo con il quale è uscito un doppio CD con i lavori demo lasciati da Jeff al punto della sua tragica morte. Il titolo esatto di questo doppio CD è Sketches for: My Sweetheart the Drunk. A causa di queste difficoltà a comporre, Jeff chiede ai componenti della sua band di rimanere da solo a Memphis, per comporre in solitudine.

Di questo periodo si ricordano un paio di aneddoti che vale la pena citare:

* Jeff usava servirsi per i suoi pasti presso un ristorante vietnamita della cittadina; il gestore - ignorando che Jeff fosse una celebrità - gli regalò una T-shirt con il logo del locale, per l'unico motivo che gli dava molto guadagno, pasteggiando senza soluzione di continuità nel suo ristorante. Un giorno un ragazzo che conosceva ed ammirava il cantante, si trovò ad entrare nel locale proprio mentre Jeff ne stava uscendo, con indosso la maglietta regalatagli dal proprietario e due porzioni "take away"; il ragazzo, sbalordito, entrò e disse al ristoratore: «Complimenti, far fare alle celebrità da fattorini vi porterà un sacco di successo!»;
* In un bar di Memphis, Jeff mise in un juke-box un pezzo di Whitney Houston, ed iniziò sommessamente a canticchiarlo; la barista - anch'ella ignara di chi fosse questo ragazzo gracilino appoggiato al bancone - gli disse beffarda: «Hey ragazzo, quella è Whitney: ci vuole una voce cazzuta per cantarla!» (Jeff Buckley è famoso per la sua voce duttile, cristallina e molto estesa in quanto ad ottave, che lo ha portato a cantare più volte - e senza difficoltà di sorta - brani di famose cantanti come Nina Simone).

Nella biografia Dream Brother si rivela che Jeff soffriva di disturbo bipolare.

venerdì 14 novembre 2008

sta per iniziare il lungo week-end...



dormi che è meglio...



Come vogliono i nostri amati sindaci da qualche anno a questa parte "la notte è fatta per dormire"...
per cui invece di bighellonare da un locale all'altro meglio stare a casa..
ovviamente vietato pensare e farsi menate..piuttosto leggetevi un libro finchè il sonno non vi coglie...

giovedì 13 novembre 2008

le cose di ogni giorno

Cambiare il corso delle stelle
Per te io lo farei
Tenere il mondo sulle spalle
io lo farei
Fermare il tempo sul tuo viso
Per te ci riuscirei
Mutare in quiete ogni silenzio
Io lo farei
Giocare a carte col destino
Ci proverei
Ma è dentro i gesti di goni giorno
L'amore è tutto lì
E' dentro alle cose di ogni giorno
Dove ti perdo è sempre lì
è dentro ai gesti di ogni giorno
L'amore è tutto lì
E' dentro alle cose di ogni giorno
Dove ti perdo è sempre lì

Cambiare il corso a queste stelle
Per te io lo farei
Strappare l'anima ai rimpianti
Ci riuscirei
E dopo aver bevuto fiele
Da ogni cielo
Per dare un senso a ogni mattino che rinasce
Tornare a casa per capire davanti a te
Che è dentro i gesti di ogni giorno
L'amore è tutto lì
è dentro alle cose di ogni giorno
Dove mi perdo è sempre lì

E quando passo le mani sul tuo nome
Che si lascia dire
Io so che è dentro ai gesti ogni giorno
L'amore è tutto lì
è dentro ai gesti di ogni giorno
L'amore è tutto lì
è dentro alle cose di ogni giorno
Dove ti perdo è sempre lì
è dentro ai gesti di ogni giorno
L'amore è tutto lì
è dentro alle cose di ogni giorno
Dove ti perdo è sempre lì.

l vero fascismo e quindi il vero antifascismo



E di nuovo:

«Che cos’è la cultura di una nazione? Correntemente si crede, anche da parte di persone colte, che essa sia la cultura degli scienziati, dei politici, dei professori, dei letterati, dei cineasti ecc.: cioè che essa sia la cultura dell'intelligencija. Invece non è così. E non è neanche la cultura della classe dominante, che, appunto, attraverso la lotta di classe, cerca di imporla almeno formalmente. Non è infine neanche la cultura della classe dominata, cioè la cultura popolare degli operai e dei contadini. La cultura di una nazione è l'insieme di tutte queste culture di classe: è la media di esse. E sarebbe dunque astratta se non fosse riconoscibile - o, per dir meglio, visibile - nel vissuto e nell’esistenziale, e se non avesse di conseguenza una dimensione pratica. Per molti secoli, in Italia, queste culture sono stato distinguibili anche se storicamente unificate. Oggi - quasi di colpo, in una specie di Avvento - distinzione e unificazione storica hanno ceduto il posto a una omologazione che realizza quasi miracolosamente il sogno interclassista del vecchio Potere. A cosa è dovuta tale omologazione? Evidentemente a un nuovo Potere.[...]

Conosco, anche perché le vedo e le vivo, alcune caratteristiche di questo nuovo Potere ancora senza volto: per esempio il suo rifiuto del vecchio sanfedismo e del vecchio clericalismo, la sua decisione di abbandonare la Chiesa, la sua determinazione (coronata da successo) di trasformare contadini e sottoproletari in piccoli borghesi, e soprattutto la sua smania, per così dire cosmica, di attuare fino in fondo lo "Sviluppo": produrre e consumare.
L'identikit di questo volto ancora bianco del nuovo Potere attribuisce vagamente ad esso dei tratti "moderati", dovuti alla tolleranza e a una ideologia edonistica perfettamente autosufficiente; ma anche dei tratti feroci e sostanzialmente repressivi: la tolleranza è infatti falsa, perché in realtà nessun uomo ha mai dovuto essere tanto normale e conformista come il consumatore; e quanto all'edonismo, esso nasconde evidentemente una decisione a preordinare tutto con una spietatezza che la storia non ha mai conosciuto. Dunque questo nuovo Potere non ancora rappresentato da nessuno e dovuto a una «mutazione» della classe dominante, è in realtà - se proprio vogliamo conservare la vecchia terminologia - una forma "totale" di fascismo. Ma questo Potere ha anche "omologato" culturalmente l’Italia: si tratta dunque di un’omologazione repressiva, pur se ottenuta attraverso l'imposizione dell'edonismo e della joie de vivre. La strategia della tensione è una spia, anche se sostanzialmente anacronistica, di tutto questo. [...]

Per tornare così all’inizio del nostro discorso, mi sembra che ci siano delle buone ragioni per sostenere che la cultura di una nazione (nella fattispecie l’Italia) è oggi espressa soprattutto attraverso il linguaggio del comportamento, o linguaggio fisico, più un certo quantitativo - completamente convenzionalizzato e estremamente povero - di linguaggio verbale.
È a un tale livello di comunicazione linguistica che si manifestano: a) la mutazione antropologica degli italiani; b) la loro completa omologazione a un unico modello.
Dunque: decidere di farsi crescere i capelli fin sulle spalle, oppure tagliarsi i capelli e farsi crescere i baffi (in una citazione protonovecentesca); decidere di mettersi una benda in testa oppure di calcarsi una scopoletta sugli occhi; decidere se sognare una Ferrari o una Porsche; seguire attentamente i programmi televisivi; conoscere i titoli di qualche best-seller; vestirsi con pantaloni e magliette prepotentemente alla moda; avere rapporti ossessivi con ragazze tenute accanto esornativamente, ma, nel tempo stesso, con la pretesa che siano «libere» ecc. ecc. ecc.: tutti questi sono atti culturali.Ora, tutti gli Italiani giovani compiono questi identici atti, hanno questo stesso linguaggio fisico, sono interscambiabili; cosa vecchia come il mondo, se limitata a una classe sociale, a una categoria: ma il fatto è che questi atti culturali e questo linguaggio somatico sono interclassisti. In una piazza piena di giovani, nessuno potrà più distinguere, dal suo corpo, un operaio da uno studente, un fascista da un antifascista; cosa che era ancora possibile nel 1968.[...]

Nell’articolo («Corriere della sera», 10-6-1974) dicevo che i responsabili reali delle stragi di Milano e di Brescia sono il governo e la polizia italiana: perché se governo e polizia avessero voluto, tali stragi non ci sarebbero state. È un luogo comune. Ebbene, a questo punto mi farò definitivamente ridere dietro dicendo che responsabili di queste stragi siamo anche noi progressisti, antifascisti, uomini di sinistra. Infatti in tutti questi anni non abbiamo fatto nulla:
1) perché parlare di « Strage di Stato » non divenisse un luogo comune, e tutto si fermasse lì;
2) (e più grave) non abbiamo fatto nulla perché i fascisti non ci fossero. Li abbiamo solo condannati gratificando la nostra coscienza con la nostra indignazione; e più forte e petulante era l’indignazione più tranquilla era la coscienza.
In realtà ci siamo comportati coi fascisti (parlo soprattutto di quelli giovani) razzisticamente: abbiamo cioè frettolosamente e spietatamente voluto credere che essi fossero predestinati razzisticamente a essere fascisti, e di fronte a questa decisione del loro destino non ci fosse niente da fare. E non nascondiamocelo: tutti sapevamo, nella nostra vera coscienza, che quando uno di quei giovani decideva di essere fascista, ciò era puramente casuale, non era che un gesto, immotivato e irrazionale: sarebbe bastata forse una sola parola perché ciò non accadesse. Ma nessuno di noi ha mai parlato con loro o a loro. Li abbiamo subito accettati come rappresentanti inevitabili del Male. E magari erano degli adolescenti e delle adolescenti diciottenni, che non sapevano nulla di nulla, e si sono gettati a capofitto nell’orrenda avventura per semplice disperazione.
Ma non potevamo distinguerli dagli altri (non dico dagli altri estremisti: ma da tutti gli altri). È questa la nostra spaventosa giustificazione. [...]

Pensate (se ne avete la forza) a quel ragazzo o a quei ragazzi che sono andati a mettere le bombe nella piazza dì Brescia. Non c’era da alzarsi e da andare a prosternarsi davanti a loro? Ma erano giovani con capelli lunghi, oppure con baffetti tipo primo Novecento, avevano in testa bende oppure scopolette calate sugli occhi, erano pallidi e presuntuosi, il loro problema era vestirsi alla moda tutti allo stesso modo, avere Porsche o Ferrari, oppure motociclette da guidare come piccoli idioti arcangeli con dietro le ragazze ornamentali, si, ma moderne, e a favore del divorzio, della liberazione della donna, e in generale dello sviluppo... Erano insomma giovani come tutti gli altri: niente li distingueva in alcun modo. Anche se avessimo voluto non avremmo potuto andare a prosternarci davanti a loro. Perché il vecchio fascismo, sia pure attraverso la degenerazione retorica, distingueva: mentre il nuovo fascismo - che è tutt’altra cosa - non distingue più: non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico. Il suo fine è la riorganizzazione e I’omologazione brutalmente totalitaria del mondo.»


Pier paolo Pasolini "Corriere della Sera" col titolo "Il Potere senza volto"

non abbiamo niente da perdere...

Quante volte si sente dire che in Italia manca una cultura musicale..ma io aggiungerei anche letteraria e cinematografica.. A parte le nicchie che appartengono agli intellettuali ovviamente, manca qualcuno che sappia parlare a tutti con un linguaggio semplice e immediato, che sappia farsi portatore di un sentimento comune, e che sappia prendersi dei rischi e portare avanti coerentemente le sue idee..
Tanto comunque questo paese non sa riconoscere la genialità di un'idea o di una persona se non dopo averla persa..


« lo non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca. »

(Pier Paolo Pasolini)

mercoledì 12 novembre 2008

Neil Young was born today...



Neil Young è nato a Toronto, Ontario, Canada, dall'unione tra un giornalista sportivo e una romanziera. Ha passato i primissimi anni della sua vita nel paesino di Omemee, a 130 km da Toronto.

Da bambino gli venne diagnosticato il diabete e a 6 anni venne colpito dalla poliomelite, come successe a Joni Mitchell, d'altra parte, che gli indebolì il lato sinistro (cammina ancora zoppicando leggermente). I genitori divorziarono quando aveva 12 anni, e tornò con la madre a Winnipeg, Manitoba, dove formò alcuni gruppi di garage rock durante le scuole e compì le sue prime esperienze musicali in club del circuito folk canadese. Nel film autobiografico del 2006 "Heart of Gold", Young ricorda che quando era adolescente inseriva continuamente nel jukebox monetine per sentire "Four strong winds" di Ian Tyson. Fu in quell'epoca che incontrò per la prima volta Stephen Stills e Joni Mitchell e scrisse alcune delle sue prime canzoni, come la celeberrima Sugar Mountain.
Forse, la grandezza di Young sta nella sua schizofrenia, il quel suo costante dibattersi tra smania di rinnovamento e nostalgia del passato, tra esplosioni di rabbia e pause di purificazione. Dal country degli esordi al garage-punk di Rust Never Sleeps, dal rock'n'roll al synth-pop, dal soul al blues, dall'hard-rock al metallo pesante di Re.ac.tor, non c'è genere musicale che questo atipico rocker non abbia esplorato.Ma forse la sua grandezza sta anche nell'aver saputo rappresentare le nevrosi e le contraddizioni di un'epoca intera, sospesa tra l'utopia hippie e la restaurazione post-'68. Profeta del sogno di "cambiare il mondo", ma anche cantore degli abissi della disperazione individuale, Young ha costruito un canzoniere universale, che unisce al fervore allucinato dei rocker il messaggio "morale" dei folksinger più nobili, da Woody Guthrie a Bob Dylan.

martedì 11 novembre 2008

Scendo un attimo a prendere le sigarette...



Ma cosa fai? Ma soffi?

lunedì 10 novembre 2008

OuT oF CoNtROL

A volte le emozioni che cerchiamo di controllare ci giocano brutti scherzi.. e così rischiamo di apparire troppo freddi quando in realtà stiamo solo cercando di proteggerci.. può succedere che l'emotività ci prenda allo stomaco..e se va bene invece iniziamo a ridere senza apparente motivo (risus convulsus lo chiamava la cara professoressa Favini..).
Io per esempio ho anche consumato le unghie..
Ma quando è il caso di palesare le nostre emozioni e quando è il caso di non farle trapelare? Ed è possibile..siamo in grado di spiegare con le parole quello che sentiamo? Ovviamente il fisico dev'essere anche in grado di sorreggerci..

Mi FAi RiDeRE?

 
 
 
gatto che ride

 
 
 

venerdì 7 novembre 2008

Indian Vibes



è venerdì...un bel respiro profondo..chiudo gli occhi e provo a lasciarmi andare al suono di uno dei pezzi mi rilassano di più..

Nouveau Realisme

Ieri al PAC inaugurazione di questa bellissima mostra..ecco alcune foto degli artisti che mi hanno maggiormente impressionato...

Daniel Spoerri






Nel culmine dello sviluppo dell'astrazione lirica, della pittura gestuale e materica, in piena introversione psicologica, c'è qualcuno che invita a guardare con occhi nuovi la realtà che ci circonda, elabora un nuovo modo di vedere basato sulla constatazione di una natura moderna e oggettiva, sull'appropriazione del reale contemporaneo, reale che nell'immediato dopoguerra è rappresentato dalla produzione seriale, dai mass media, la pubblicità, lo sviluppo tecnologico, la trasformazione dei rapporti sociali; elementi sociologici che assumono determinante valenza estetica in quel generale ritorno all'oggettualità nell'arte degli anni cinquanta-sessanta che coinvolse indistintamente sia America che Europa.

Mimmo Rotella




l'oggetto si integra in un contesto pittorico di tipo espressionista-astratto, compensando in questo modo il logoramento gestuale dell'action painting arricchendo la composizione attraverso l'utilizzazione di oggetti dal deciso impatto formale (significativi i combine-paintings di Rauschenberg). Nei Nouveaux Réalistes l'oggetto è considerato nella sua autonomia espressiva, riprendendo sì il concetto di ready-made duchampiano ma elevandolo alla massima potenzialità attraverso una nuova metodologia della percezione, un inedito approccio di tipo poetico che si può riassumere nella pratica artistica di Yves Klein

Raymond Hains (Serge Gainsbourg)


.. la pittura da cavalletto (come qualsiasi altro mezzo espressivo classico nel campo della pittura o della scultura) ha fatto il suo tempo. Vive in questo momento gli ultimi istanti, talvolta ancora sublimi di un lungo monopolio. [...] Assistiamo oggi all'esaurimento e alla sclerosi di tutti i vocabolari stabiliti: alla carenza -per esaustione- dei mezzi tradizionali si oppongono delle avventure individuali sparse in Europa e in America, che tendono tutte, qualunque sia l'apertura del loro campo investigativo, a definire le basi normative di un'espressività nuova. [...] L'appassionante avventura del reale colto in sé e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa...[questo con]...l'introduzione di un ricambio sociologico allo stadio essenziale della comunicazione. La sociologia viene in aiuto della coscienza e del caso, sia a livello di scelta o di lacerazione di un manifesto, dell’allure (impronta) di un 'oggetto, di un rifiuto o di un avanzo di cibo, dello scatenarsi dell'affettività meccanica, della diffusione della sensibilità al di là dei limiti della sua percezione. [...] Allo stadio, più essenziale nella sua urgenza, della piena espressione affettiva e della messa fuori di sé dell'individuo creatore e attraverso le apparenze naturalmente barocche di certe esperienze, noi ci incamminiamo verso un nuovo realismo della sensibilità pura...

Jacques Villeglé (Manson and the Little Rabbits)

Happy birthday Joni...Woman of Heart and Mind...

 

Grande ispiratrice di buona parte di cantautrici, da Björk, Tori Amos, Cyndi Lauper, k.d. lang, PJ Harvey, Ani DiFranco, Diana Krall, ma anche cantautori come Prince ed Elvis Costello, seconda solo a Bob Dylan, è stata la prima donna ad aver avuto il coraggio di imbracciare una chitarra e cantare della vita dal punto di vista femminile. L'influenza notevole della Mitchell riguarda anche l'uso della chitarra. La sua coraggiosa scelta di utilizzare sempre accordature aperte hanno ispirato chitarristi come Jimmy Page.
Purtroppo da qualche anno ha rivelato la sua intenzione di abbandonare definitivamente la musica: "Voglio concentrarmi sulla pittura: ultimamente sento che non ho più molto tempo, e mentre ho assecondato le mie ambizioni musicali in modo soddisfacente, per la pittura ho ancora molto da esplorare. Del resto, il mondo della musica mi sta mettendo da parte, mi sta scomunicando. Vedere il meglio di ciò che ho fatto relegato in un angolo buio non mi lascia molte speranze per la cultura".
Qualche anno fa, parecchi anni fa in realtà se ci penso aveva manifestato la sua intenzione di venire all'Umbria Jazz..cosa che mi aveva riempito di gioia..perchè avrei finalmente potuto vederla dal vivo... In realtà così non è stato, ed io continuo ad aspettarti Joni...

 

giovedì 6 novembre 2008

Bonjour tristesse‏

Vi pensavo in un modo tale che sedetti sul letto, col cuore che mi batteva forte, e mi dissi che era una cosa stupida e mostruosa, che io ero soltanto una bambina maleducata e pigra e che non avevo il diritto di pensare a quel modo. Eppure, continuavo, involontariamente a riflettere: a riflettere che ella era nociva, e pericolosa, che bisognava allontanarla dalla nostra strada. Ripensavo al pranzo che avevo passato a denti stretti. Piegata, disfatta dal rancore, disprezzandomi e sentendomi ridicola nello stesso tempo di provare un tal sentimento… Sì era quello che rimproveravo ad Anna; ella mi impediva di amar me stessa. Io, così naturalmente fatta per la felicità, l’amabilità, la spensieratezza, penetravo, per colpa sua, in un mondo di rimproveri, di cattiva coscienza dove, troppo inesperta per l’introspezione, perdevo me stessa. E lei che cosa mi dava? Misurai la sua forza: ella aveva voluto mio padre, e l’aveva, a poco a poco avrebbe fatto di noi il marito e la figliastra di Anna Larsen. Vale a dire creature civili, bene educate, felici. Infatti ci avrebbe reso felici, sentivo benissimo con quale felicità, noi instabili, avremmo ceduto a quell’attrazione di essere inquadrati, senza responsabilità. Ella era troppo efficiente.

Ps: grazie a Lisa sempre preziosa

Con GaRBo



Per chi non l'avesse visto sabato ecco il ritorno di Garbo in un fantastico medley di A Berlino… va bene e Voglio morire giovane, pezzo tratto dall'ultimo album (Come il vetro), in compagnia della bella Micol..

mercoledì 5 novembre 2008

and the winner is...



Il rischio, oltre a quello già conosciuto di presunti attentati è ora di attribuire a quest'uomo i super poteri che tutti desidereremmo avesse...con relativa delusione di fallimento di aspettative..



ma al momento godiamoci questa piacevole novità..

QuaLCoSa Si MuoVE?



i compagni trotskisti



anche se ancora in forma embrionale mi sembra chiaro il concetto..no?

I had a dream...

 
Ho fatto dei sogni terribili stanotte..gente che minaccia mio padre, la mia famiglia e che bussa alla porta di casa, io che sto per chiamare la polizia (e già la cosa ha dell'incredibile), i miei che litigano comunque..la casa piena di gente e devo decidere il posto per dormire di ognuno.. e poi Carola depressa davanti alla finestra che mi dice di volersi buttare giù. Io la convinco a non farlo, e quando mi sembra di esserci riuscita lei si butta giù lo stesso..mentre la guardo senza poter fare niente.. cade in piedi, quasi incredula di non essersi fatta nulla, poi un rigolo di sangue dalla bocca ed eccola accasciarsi al suolo. Il senso del limite, l'impotenza delle relazioni, essere in grado di fare solo il tuo 50%..e così mi metto alla finestra (questa volta solo metaforica) a guardare...conscia del fatto che al momento non posso più fare nulla...

 

martedì 4 novembre 2008

due anni

 
Due anni di paranoie..reali o immaginarie..due anni in cui i miei movimenti sono stati millimetrici e gli spostamenti spesso non hanno fatto altro che farmi ritornare sui miei passi. Due anni per capire la differenza tra quello che volevo e quello che pensavo di volere. Poi è successo di tutto e tutto ha scombinato i miei piani. In questi due anni ho imparato solo a convivere con questo malessere e ad accettare la confusione. Ho imparato a fingere e a galleggiare quando tutto sembrava perduto. Ho imparato ad essere calma quando in realtà tremavo ed ero agitata. E sto imparando ancora che spesso bisogna forzare le cose per potere sentire e che a volte si sente pure troppo ed il nostro fisico non è in grado di tollerarlo.

 

lunedì 3 novembre 2008

Non odio le gite fuori porta



Gita fuori porta del week-end..concerto di Angela Baraldi..Bologna ci ha fatto decisamente bene...



a spasso per vicoli


e negozi...


e dulcis in fundo i miei compagni di viaggio: