« È un motivo per alzarmi al mattino. È un motivo per dimagrire, per entrare nel vestito rosso. È un motivo per sorridere, per pensare che il domani sarà bello. Che cos'altro ho, Harry? »
(Sara Goldfarb)
La libertà persa è un anticipo di morte o un accomodarsi alle regole del mondo, dopo aver perso la battaglia per ciò che si desiderava realmente dalla vita. La tossicità altera il reale e lo pervade, l’effetto è quello che la distorsione nella sua percezione attraversa tutti i protagonisti del film che, sebbene individuino i propri fini esistenziali, sono troppo deboli per poterli raggiungere.
La percezione netta dell’essenziale è ciò che manca ai protagonisti del film. Questa consapevolezza affiora solo come il miraggio di un sogno interrotto, ad esempio nei pochi momenti di lucidità che il protagonista maschile sperimenta tra un buco e l’altro. La distorsione dello spazio e del tempo rimanda come un’analogia a quella dei fini.
I mezzi del benessere diventano fini a sé stanti e ne chiudono la ricerca in una continua fagocitazione del sé fino all’annullamento (è il caso della droga per il figlio ed è il caso della dieta seguita dalla madre per essere in perfetta forma di fronte al miraggio delle telecamere di uno studio televisivo).
Gregorio Sorgonà fondatore, con Chiara Orlandi, del sito CONTROREAZIONI, interamente dedicato al cinema.
Da sottolineare l'assenza della stagione che chiuderebbe il ciclo, la primavera, con il tradizionale significato di rinascita che porta con sé. Questa mancanza è scelta dell'autore, che decide di lasciare i personaggi - come anche il titolo lascia presagire - senza speranza. Con il sapiente utilizzo della colonna sonora, composta da Clint Mansell (coadiuvato dai Kronos Quartet), la pellicola diventa un amaro affresco della condizione dell'uomo, sempre più solo e senza scampo.
1 commento:
Hei,grazie per la citazione (Gregorio Sorgonà). Per altre recensioni ci trovi su http://controreazioni.wordpress.com/
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