venerdì 12 giugno 2009

Abusi



Virginia Woolf da bambina fu abusata sessualmente. Lo raccontò alla famiglia, lo scrisse nelle sue lettere, nei suoi diari e nella sue memorie, e sua sorella, pure lei abusata, lo confermò. E' discutibile se tali esperienze infantili abbiano avuto una qualche relazione coi disturbi successivi, ma sicuramente hanno avuto innegabili effetti sulla sua sessualità adulta, sulla sua costituzione psicologica e sulla sua scrittura.
I dettagli dell'abuso sono difficili da definire. Essi coinvolsero, a più riprese, i suoi fratellastri, George e Gerald Duckworth.
Cinquanta anni dopo, il ricordo era ancora fresco quando scriveva a Ethel Smyth nel gennaio 1941: <<... è come rompere l'imene... Ancora rabbrividisco dalla vergogna al ricordo del mio fratellastro, in piedi poggiato a me su una sporgenza, all'età di circa sei anni, che mi esplorava le parti intime. Perché avrei dovuto provare vergogna allora?>>.
Ma il più malvagio fu l'altro fratello George, più grande di lei di quattordici anni; "il mio fratello incestuoso" lo chiamò Virginia in una lettera del 1936. Ciò non va preso alla lettera; ella era portata ad esagerare nelle conversazioni e nelle lettere con la famiglia. De Salvo, autore di un libro sull'impatto dell'abuso sessuale sulla sua vita e sulla sua opera, afferma che tutte le sorelle - Virginia, Laura, Stella, Vanessa e Stella - furono oggetto di "incesto". Che ciò fosse conoscenza diffusa nella famiglia è implicito nel commento di Virginia a sua sorella in una lettera del maggio 1934, dopo aver appreso della morte di George Duckworth:<< Leonard dice che Laura è l'unica che è stata risparmiata>>. De Salvo afferma che George abusò sessualmente di Virginia nell'arco di nove o dieci anni fino al 1903 o al 1904 - per tutta la sua adolescenza, dai dodici ai ventuno anni.




Il primo riferimento a questi eventi è in una lettera tipicamente "sfacciata"* a sua sorella Vanessa nel 1911, che descriveva il modo in cui (Virginia) parlava di George all'insegnante di greco Janet Case.
<< Ciò portò alla rivelazione delle malefatte di George. Con mia sorpresa lei (Janet Case) ha sempre avuto un'intensa antipatia per lui; ed era solita dire "Uh, tu creatura cattiva" quando egli entrava e cominciava a coccolarmi durante la mia lezione di greco. Quando io arrivavo a scene che si svolgevano in camera da letto, ella abbassava il merletto del suo vestito, e guardava con l'aria di un benevolo sempliciotto. All'ora di andare a letto ella sembrava sentirsi male, ed andava alla toilette che, inutile a dirsi, non aveva acqua >>.
Suo nipote Quentin Bell non eliminò tali eventi dalla biografia che egli scrisse. Egli ebbe conferme da suo marito e dal dottor Noel Richards, e collocò le malefatte di George a partire dalla morte della madre di Virginia, nel 1895, quando Virginia aveva tredici anni. La stessa Virginia, più tardi, descrisse che tali attività, qualsiasi fosse la loro esatta natura, continuavano nel 1903 o nel 1904, quando aveva ventuno anni. Inoltre disse che George aveva rovinato la sua vita prima che fosse cominciata, e che lei non aveva tratto alcun piacere dal proprio corpo. Inoltre ella attribuì questi problemi non solo ai due fratellastri ma anche a suo padre, il quale << ebbe troppe richieste emotive su di me, cosa che penso sia stata responsabile di molte delle cose sbagliate della mia vita... Non ricordo mai alcun piacere proveniente dal mio corpo >>.
Dopo la morte della madre, George consolò le sorelle, dedicò molto tempo a loro e fu in genere considerato a loro affezionato. Egli le coccolava, in pubblico ed in stanza da letto. Vanessa e Virginia furono spietate nei loro commenti su di lui per tutto il resto della sua vita. Egli dominò le loro vite per anni. << George aveva trentasei anni quando io ne avevo venti. Ed egli aveva mille sterline all'anno quando io ne avevo cinquanta. Erano queste delle buone ragioni perché fosse difficile non sottostare a qualsiasi cosa egli decidesse >>(Moments of Being).
All'epoca dello scompenso di Virginia dopo la morte del padre, Vanessa era abbastanza preoccupata da riferire le attività di George allo specialista che aveva in cura sua sorella, il dottor Savage, il quale prese tali confessioni con tale serietà da decidere di parlarne a George.
La sua sessualità ne fu condizionata per il resto della vita come si può ricostruire durante l'epoca del fidanzamento e durante il matrimonio. Quando Virginia scrisse di accettare la proposta di matrimonio il giorno 1.5.12, ella dichiarò senza mezzi termini a Leonard di non provare nulla per lui a livello sessuale. <<...è il lato sessuale che sopraggiunge tra noi due? Come ti dissi brutalmente l'altro giorno, non provo alcuna attrazione fisica per te. Ci sono momenti - quando mi hai baciata l'altro giorno era uno di questi - in cui mi sento nulla di più che una pietra. E ancora il tuo prenderti cura di me, come fai, mi fa sentire (emotivamente) sopraffatta...>>
Nel corso del viaggio di nozze scrisse a Ka Cox, evidenziando come non fosse attirata dalle attività sessuali, e, al loro ritorno, la coppia ne parlò con Vanessa che immediatamente riferì ciò in una lettera in cui si menzionava la "freddezza del dio Pan". << Apparentemente ella ancora non trae del tutto piacere dall'atto (sessuale), cosa che ritengo singolare >>. A quel tempo Vanessa biasimava George Duckworth, ma l'abuso sessuale da parte dello stesso autore non aveva avuto alcun effetto sulla sua (di Vanessa) vita sessuale.
Nonostante la mancanza di "reattività"* sessuale, la "neo"* signora Woolf desiderava avere dei bambini. Nell'ottobre 1912 ringraziò Violet Dickinson per averle inviato una culla -<< Il mio piccolo dormirà nella culla >>.
Nigel Nicolson, presentando le lettere di questo periodo, dice confidenzialmente che "il loro amore non era all'inizio povero di sesso. Per due o tre anni condivisero un letto (matrimoniale), e per altri ancora una camera da letto, e fu solo in seguito ad un consiglio medico che decisero di non avere figli".




Nonostante le loro difficoltà sessuali il matrimonio fu felice, come più volte evidenziato sia nel corso degli anni - sia nelle righe che Virginia scrisse poco prima di mettere fine alla sua vita. Si chiamavano tra di loro con vezzeggiativi ed usavano un loro linguaggio privato. Virginia era la sua scimmietta bruttina, la "mandrilla"*, e lui era il patetico servo sciocco. Quando lei si ammalò, egli divenne il "Padrone"* ed il partner dominante.
I suoi vissuti sessuali avrebbero reso il suo comportamento più comprensibile agli occhi di Freud. Sebbene la sua casa editrice fu la prima a pubblicare Freud in inglese, e suo fratello minore Adrian Stephen e sua moglie Karen furono tra i primi psicoanalisti inglesi, Virginia fu profondamente scettica rispetto all'opera di Freud per la maggior parte della sua vita.
Nell'ottobre 1924, menziona in una lettera che <>.
Analogamente anche un suo articolo del 1920 - "Freud Fiction"* - mostra il suo atteggiamento burlesco nei confronti della psicoanalisi.
<>. Un freudiano sarebbe incuriosito dal banale esempio che Virginia fa, ed evidenzierebbe che lei stessa udì gli uccelli cantare in greco quando ebbe un episodio psicotico in adolescenza.
Col passare degli anni divenne meno ostile (verso la psicoanalisi). Incontrava psicoanalisti come John Rickman a pranzo per il tramite di suo fratello e di sua cognata, e provava piacere nelle discussioni su argomenti psicoanalitici. In "Three Guineas"*, scritto nel 1937, Virginia usa dei termini freudiani. Nel 1939 e nel 1940, quando scriveva su suo padre, cominciò a leggere Freud, e scoprì con sorpresa che la sua relazione ambivalente col padre non fosse una novità per lui. Incontrò quel grande uomo nel 1939, otto mesi prima della morte. Freud invitò lei e Leonard ad un té pomeridiano nella sua casa di Hampstead, era molto cortese, e si presentò a Virginia con un narciso, si spera con nessun sottinteso simbolico.
Nella sua vita Virginia Woolf ebbe diverse intense amicizie con donne, in genere più anziane di lei. Alcune (di queste amicizie), come quella con Vita Sackville West, una lesbica, ebbero carattere omosessuale, ma è improbabile che queste relazioni avessero alcunché di "carnale"*, sebbene Vita dichiarasse di essere andata due volte a letto con Virginia. Nel 1926 (Vita) scrisse al marito Harold Nicolson:<<...Sono spaventata a morte dell'aumentare delle sensazioni fisiche in lei (in Virginia), a causa della sua follia. Non so quale effetto potrebbe avere; è come un fuoco col quale non ho alcuna voglia di giocare. Ho troppo affetto e rispetto per lei. Anche lei non ha mai vissuto con nessuno se non con Leonard, cosa che è stato un terribile fallimento, ed è stata abbandonata presto >>.
Per la sua generazione, Virginia fu - a parole almeno - disinibita ed "emancipata" nelle cose sessuali. Andava a nuotare nuda con Rupert Brooke, dattilografava argomenti osceni per Lytton Strachey, e scriveva alla sorella sulle polluzioni notturne di Leonard senza imbarazzo. Eppure scrisse più tardi a Ethel Smyth, l'ultima amica intima:<<...ma sono stata sempre sessualmente timida, il mio terrore della vita reale mi ha sempre tenuta in un convento>>.
Tre sono le aree della sua vita ed esperienza che ci paiono rilevanti per la sua sessualità: le sue esperienze sessuali infantili, la sua patologia maniaco-depressiva, e la sua personalità. E' probabile che, nella pratica, fosse sessualmente frigida, ma emancipata nella teoria, e nella vita intellettuale. Alle volte quando era esaltata, in maniera più o meno evidente probabilmente era più disinibita nella conversazione, ma la patologia non sembra aver aumentato le sue pulsioni sessuali in termini di attività sessuale. Coloro che accentuano l'importanza dell'abuso sessuale infantile lo fanno giustificatamente in questa area della sessualità adulta, la quale è stata certamente sconvolta dalle sventure infantili, anche se le stesse esperienze sembrano aver avuto degli effetti di gran lunga minori in sua sorella Vanessa.

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