sabato 20 giugno 2009

una signora tra i portuali

 


Valentina è un personaggio UNICO, si esprime con onestà e senza pudore. Nonostante il nome femminile, è un membro della CULMV (Compagnia dei Portuali). Non si tratta del primo caso di ingresso di una donna nella Compagnia Unica, ma è la prima trans dichiarata, socia della cooperativa di Paride Batini.

«Sono amareggiata per chi è costretto a prostituirsi per mantenersi (in fondo credo di essere una delle poche che abbia avuto l’opportunità di trovare un lavoro "vero") – racconta Valentina - purtroppo l’attuale società commette l’errore di ritenere la prostituzione un problema sociale, quando in realtà è un aiuto sociale. Ritengo che l’incapacità delle istituzioni a gestire la prostituzione, determini anche un abbassamento culturale e sociale, che alimenta il clima di terrore e di caccia alle streghe».
«Proprio per immergermi nel fenomeno e poter parlare con cognizione di causa (detesto chi si permette di esprimere opinioni su fatti ed argomenti che non conosce), sto scrivendo a quattro mani con Paola Pettinotti, l’autrice di Ghetto (ed. Fratelli Frilli), una vera testimonianza (la mia) su fatti realmente accaduti nel mondo delle trans e dei loro frequentatori. Questo nostro libro sarà presto pubblicato rivelando ciò che tutti sanno e nessuno dice, perché il grande nemico da combattere è l’ipocrisia, che non permette la libera espressione dell’animo umano».


La soluzione può essere trovata dalla politica, da chi ha il potere di gestire, controllare, dare delle regole, delle direttive? «In questo particolare momento storico, il maggiore difetto della sinistra è di non sapere più parlare alla “pancia delle persone”, inoltre è diventata moralista. Al contrario la destra riesce a comunicare alla gente quanto desidera ascoltare, con messaggi facili che danno eco a pregiudizi e condanne senza appello, per recidere il problema all’origine, occultandolo e negandone l’esistenza. Purtroppo pur attaccando la destra, anche la sinistra si allinea alle modalità dell’avversario, sfuggendo il problema, non dà soluzioni o risposte su come regolare la prostituzione sul piano igienico, finanziario e sociale».

La prostituta non è solo una persona che mette in vendita il proprio corpo, ma spesso - e le ragazze del ghetto ne sono un chiaro esempio - svolge un ruolo quasi da psicologa, o da counselor.«A lei si rivolgono gli uomini per raccontare i propri problemi, non tanto per ottenere delle soluzioni, ma per avere un ascolto libero e senza giudizi, finalmente togliendosi la maschera dell’impiegato, del commercialista o del perfetto padre, marito, uomo di casa».
Quanto è integrata Valentina all’interno della Compagnia Unica? «Ho preso il posto che era stato di mio padre e mi sono perfettamente inserita, non ho mai nascosto la mia natura, finché alcune mie apparizioni su canali televisivi hanno messo in evidenza i miei interessi. Da allora ancor più i colleghi hanno cercato di agevolarmi, magari affidandomi delle mansioni in cui non mettessi a rischio le mie unghie». Lunghissime, coloratissime ed invidiabili anche per la redattrice di questa intervista.
Si può supporre che la CULMV possa finalmente accogliere anche delle "socie"? «Sinceramente non credo sia ancora possibile, nella Compagnia Unica la differenza di genere è molto sentita e radicata. Per i portuali, è l’uomo che deve lavorare e portare a casa un salario, mentre alla donna spetta il pesante compito di occuparsi della famiglia e dei figli. Secondo il mio punto di vista, aver "concesso" alle donne di lavorare non è la vera emancipazione femminile: semmai ha permesso ai furbetti di dimezzare gli stipendi perché intanto lavorano in due. Allora si tratta di vera indipendenza femminile o di obbligo per sopravvivere?».


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