Queste sono le foto scattate al cadavere di Stefano Cucchi, il detenuto morto nel carcere di Regina Coeli, a Roma. È stata la stessa famiglia ad autorizzarci a pubblicarle. Sulla sua morte serve verità, così come chiede la sua famiglia. Stefano venne fermato il 15 ottobre scorso per droga al Parco degli Acquedotti di Roma. È morto all’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre dopo essere passato per gli ambulatori del Tribunale, del carcere di Regina Coeli e dell'ospedale Fatebenefratelli senza avere mai la possibilità di essere visitato dai parenti. Oggi, in una conferenza stampa organizzata al Senato dal presidente di 'A buon diritto' Luigi Manconi, a cui hanno partecipato anche l'avvocato dei Cucchi Fabio Anselmo e alcuni parlamentari, tra i quali Emma Bonino, Rita Bernardini, Felice Casson e Renato Farina, sono state distribuite ai presenti queste foto. Agli occhi dei genitori si e' presentato, secondo la ricostruzione, con il volto tumefatto, un occhio rientrato, la mascella fratturata e la dentatura rovinata. ''L'atto di morte e' stato acquisito dal pm - ha spiegato il legale Fabio Anselmo - per cui non abbiamo in mano nulla, se non le foto scattate dall'agenzia funebre e un appunto del medico legale. Non sono stati riscontrati traumi lesivi, a quanto appare, chepossono averne causato la morte. Si parla di ecchimosi ed escoriazioni e sangue nella vescica, per cui e' difficile saperequando e soprattutto come e' morto''. Stefano, a quanto confermail legale, soffriva di epilessia. Il Ministro Alfano ha parlato di “caduta accidentale dalle scale”. Ma non basta. E ora il padre di Stefano chiede la verità anche al ministro La Russa. “Mio figlio in quei momenti era sotto la tutela dello Stato – ha detto Giovanni Cucchi - dunque questa vicenda non può passare sotto silenzio. E dato che e' stato preso in consegna dai Carabinieri chiediamo chiarezza anche al ministro della Difesa Ignazio La Russa''.
(Da www.cnrmedia.com)
1 commento:
Anche se è stata la famiglia ad autorizzare la pubblicazione di queste foto, mi chiedevo se non fosse il caso di rimuoverle almeno ora che è passato del tempo dalla sua morte.
Lo scandalo della vicenda rimane, però mi sembra mi sembra quasi una violazione del suo diritto essere ricordato come quando era in vita e non nello stato in cui lo vediamo. No?
Cari saluti
Simona
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