giovedì 11 febbraio 2010

A ghost of aviation

 

Non era una donna come le altre Amelia Earhart. Da sempre. Da quando era bambina e si arrampicava sulle rocce o inseguiva i topi nel giardino. Non era come le altre, ma a dieci anni ancora non lo sapeva. A dieci anni ancora non sapeva cosa avrebbe voluto dalla vita. Non lo saprà fino al 28 dicembre 1920. Fino a quando per la prima volta metterà piede su un aereo. Fino a quando volerà per la prima volta. Fino a quando scoprirà che volare è l’unica cosa che desidera pur sapendo, forse, che il volo, che è la sua vita, sarà anche la sua morte.
E’ la prima donna a volare sul continente nord americano e ritorno. La prima donna a volare non stop sull’Atlantico. La prima in assoluto, l’11 gennaio 1935, a volare in solitaria da Honolulu nelle Haway ad Oakland in California. Negli anni 30 è una celebrità. Il suo volto si accompagna a campagne pubbicitarie, valigie, maglieria, vestiti. Amelia lo sa di essere una celebrità. E usa la sua immagine per portare avanti il suo costosissimo sogno, volare, e per dare un nuovo posto alle donne. Per dimostrare che possono farcela. Che l’aviazione può essere anche una “cosa da donne”. Come è accaduto per lei. Nel 1929 è la prima a promuovere la diffusione del trasporto aereo civile. Una pioniera. Nelle idee e nel volo. Anche nel volo della vita. Circumnavigare il globo. Amelia proprio non vuole rinunciare a questo sogno. E’ una sfida. L’ultima. Quella che si chiuderà il 2 luglio 1937.
Amelia Earhart, Fred Noonan sparirono nel nulla. La marina degli Stati Uniti fece partire subito le ricerche. Durano oltre quindici giorni. Senza successo.

(Claudia Migliore, www.gialli.it)





People will tell you where they’ve gone
They’ll tell you where to go
But till you get there yourself you never really know
Where some have found their paradise
Other’s just come to harm...

(Joni Mitchell)

 

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