venerdì 26 febbraio 2010

a salvarmi vieni a salvarmi
(Milano vista da lontano part 1)

 

Ieri il caro "Toro Seduto" Manuel Agnelli era all'Informagiovani in via Dogana a discutere di musica e di cultura... Ho seguito per circa un'ora, e ne è venuto fuori quello che un po' pensiamo tutti noi affamati di nuovi stimoli e in particolar modo di stimoli alternativi...Si è parlato della ricerca di spazi in questa città.. di come da un certo periodo a questa parte tutto ciò che viene considerato cultura venga organizzato e monopolizzato da qualcuno che nella situazione specifica sta al potere.
Negli Stati Uniti invece la cultura è vissuta come parte centrale dell'economia, e quindi coltivata alla base. In Italia è un bene di lusso. Austin, ad esempio (nel tanto tradizionalista Texas), ha 200 locali per la musica dal vivo, dove ogni sera possono suonare centinaia di gruppi, anche se sicuramente le leggi sono severe, chi dopo l'una di notte viene sorpreso con un bicchiere di birra rischia davvero la prigione...
 

in Italia e nemmeno nella tanto europea Milano non c'è un'offerta da giustificare un tale rispetto delle regole, anche se lo stesso Manuel (e un po' tutti a dire il vero) si meravigliava di quanta efficacia abbia avuto in questo paese la legge anti-fumo.
 

Milano negli anni 70 era un centro culturale fantastico, pieno di fermenti di ogni tipo, mentre oggi è una città che ti fa sentire impotente e passivo, infatti come diverse persone anche il cantante degli After ha fatto la scelta di trasferirsi in provincia, dove c'è ancora la possibilità di vivere una situazione più a misura d'uomo.
Deve partire da noi e dalla nostra necessità il riuscire a fare una pressione positiva...perchè buona parte della cultura che noi amiamo e cerchiamo non viene rappresentata.
Sempre negli 70 era nato anche il concetto di autoproduzione, che poi è stato preso a modello anche negli anni 90, quando forse Milano ha avuto quell'ultimo acuto con gruppi del calibro di Ritmo Tribale, La Crus, gli stessi After. Già vent'anni fa i locali aveveno grosse difficoltà a vivere ed Il Leoncavallo era un punto di riferimento non solo politico ma soprattutto culturale davanti alla gente.
 

Ora i centri sociali non rappresentano più quello che è la società, o forse si sono anche un po' adagiati in quello che è ormai il loro spazio di nicchia. D'altra parte oggi abbiamo un vantaggio in più che è internet, e quindi la possibilità di avere una comunicazione capillare...

 

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