lunedì 1 febbraio 2010

xxy

 

Il tema è di quelli scottanti, Lucía Puenzo lo tratta con estrema delicatezza, senza però edulcorare la drammaticità di una condizione così complessa. La castrazione che viene proposta ad Alex è una metafora del tentativo di cambiare con il bisturi il corpo, quindi di fatto l’identità di una persona. E’ la violenza imposta da una società che spesso rifiuta di accettare le diversità. In questi tempi in cui si discute dei limiti della scienza nel modificare la natura umana, si accetta senza battere ciglio che i bambini ermafroditi vengano operati sin da neonati per “correggere” quelle che vengono considerate come deviazioni della sessualità. Ma quelle piccole cicatrici, sembra dire "XXY", non scompaiono mai.

(Francesco Olivo, www.cinemadelsilenzio.it)


Al di là del mondo cinefilo, però, il film ha creato non pochi imbarazzi in ambito scientifico. L'intersessualità di Alex, il protagonista, è causata da iperplasia surrenale congenita mentre il profilo cromosomico "XXY" descrive una condizione diversa, la Sindrome di Klinefelter. Per questo motivo il "Comitato Scientifico UNITASK" (Unione Italiana Sindrome di Klinefelter) ne contesta il titolo.

 

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