martedì 27 aprile 2010

non mi uccise la morte

 

Una storia che Moretti e Bruno trasferiscono nel linguaggio che da qualche anno ormai sembra essere diventato più efficace di qualsiasi cronaca scritta o filmata: il fumetto. Il libro, accompagnato da un saggio di Cristiano Armati sulle vittime dell’Ordine Pubblico in Italia, ripercorre quei sei giorni dalla notte dell’arresto alla morte di Stefano Cucchi. E lo fa in modo letterario, poetico a tratti più che cronachistico anche se spesso le parti più dure non sono purtroppo frutto di fantasia ma le più aderenti ai fatti.
Quella di Stefano è una storia che riguarda tutti noi ed è la storia di tanti. Ma, a differenza di tanti, Stefano aveva una famiglia, una sorella coraggiosa, dei genitori che non si sono arresi e che sono riusciti a sfondare il muro dell’indifferenza. E c’erano e ci sono delle foto. Soprattutto delle foto. Che erano e sono qualcosa di più di un semplice pugno allo stomaco. Che riescono quasi a far impallidire le immagini delle torture di Abu Ghraib e come quelle ci interrogano su quale sia la dimensione dell’orrore di cui sono capaci il Potere, l’Autorità, l’Ordine e i suoi servitori. Che riescono a non far girare per l’ennesima volta la testa perfino a una società anestetizzata e assuefatta a forza di orrori serviti nei tg all’ora di pranzo tra le notizie di gossip, calcio e moda. Chissà, se non ci fossero state quelle foto e quella famiglia che non si è arresa e che ne ha consentito la pubblicazione se oggi, a quasi sei mesi dai fatti, parleremo ancora di Stefano Cucchi. Chissà, se la famiglia di Stefano avesse sbagliato qualche mossa nel chiedere la verità a uno Stato che gli ha ammazzato il figlio - una verità che ancora manca - se ci sarebbe traccia di quell’imbarazzo che ha messo a tacere quasi tutti per una volta.
Quasi tutti. Perché non si possono e non si vogliono scordare le disonorevoli parole dell’onorevole Carlo Giovanardi a commento della vicenda: Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropostivo. Le sue tardive scuse alla famiglia suonarono quasi più irritanti delle parole pronunciate.

(Sandro Podda da www.liberazione.it)



Giovedì sera presentazione del libro al Bitte, a seguire concerti di Arturo Fiesta Soul e Fabrizio Coppola.

 

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