A che serve essere vivi
se non si ha il coraggio
di lottare?
Ieri sono stata alla Paolo Grassi a vedere un saggio degli attori che studiano al terzo anno.
"Lo stato credibile è uno spettacolo nato da un’indagine sul campo realizzata con gli allievi della Scuola Paolo Grassi, attraverso interviste a giudici e pubblici ministeri presso i Palazzi di Giustizia di Milano, di Modena e di Torino. Nelle prime interviste abbiamo chiesto ai giudici e ai pubblici ministeri incontrati di raccontarci ciò che ritenevano potesse essere oggetto di una narrazione teatrale. Qualcuno ha ripercorso la propria carriera, altri episodi che li avevano profondamente segnati o che, sollecitati dalla nostra richiesta, gli ritornavano inaspettatamente alla mente. E tutti ci hanno spiegato le fondamenta della cultura giuridica.
Alla fine di ogni incontro ne uscivamo turbati, perché molte storie delle storie ascoltate erano dolorosissime. Ma anche affascinati, perché chi raccontava era un esempio di coerenza morale, di consapevole lucidità, di alta professionalità. Anche increduli, perché scoprivamo come l’informazione niente racconta della complessità del lavoro del giudice, anzi, il più delle volte ne offre un’immagine distorta e lontana dalla realtà. Anche contenti perché si riceveva lezioni di storia contemporanea. E, ovviamente, frastornati."
(Mimmo Sorrentino)
Spera giovane magistrato di trovare un bravo maestro. Il nostro è un lavoro di artigianato mentale. Il nostro è un lavoro di artigianato dell’anima. Solo un bravo artigiano potrà mostrarti il mestiere. Sappi che parlerai poco e molto invece dovrai ascoltare. Parlerai con le parole sofferte delle tue motivazioni con cui arrivi a sentenza. Sono loro, il pezzo pregiato del tuo artigianato. Ma nessuno le ascolterà. Nessuno le leggerà. Al pubblico interesseranno solo le tue fredde sentenze. E’ questo il prodotto che si esige da te. Il risultato, non il procedimento. Il prodotto, non la sofferenza e lo studio che lo generano. Per questo sarà difficile comunicare agli altri l’essenza del tuo lavoro. Ma è per gli altri che lavorerai. Perché rendendo con la tua azione credibile lo Stato, tu migliori la qualità della vita di tutti quelli che vi abitano.
(Dallo spettacolo "Lo stato credibile")