Qualche settimana fa sono stata alla Triennale di Milano in Bovisa dove s'inaugurava la mostra "It’s not only Rock’n’Roll, Baby"! che sarà aperta dal 24 giugno al 26 settembre 2010.
Guardando al rock e all’arte da un punto di vista inedito, la mostra narra la storia di quei musicisti rock che si sono espressi anche attraverso le arti visive. Si tratta di una collettiva in cui si espongono opere create da dodici artisti alcuni dei quali icone sulla scena rock internazionale: Alan Vega, Andy, Antony (Antony and the Johnsons), Bianca Casady (CocoRosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Pete Doherty, The Kills, Herman Dune.
L’obiettivo che la mostra si pone è quello di esporre le opere di quei musicisti che sono nati artisti prima di darsi al rock; presenta un aspetto centrale della loro attività artistica, seppur sconosciuta rispetto ai loro successi musicali. I musicisti scelti ci dimostrano che le due forme di espressione – il rock e l’arte - sono inestricabilmente legate tra loro. Tutti gli artisti presentano un proprio specifico linguaggio formale. Ci sono, tra gli altri, i dipinti fatti col sangue di Pete Doherty, le polaroid intime in bianco e nero di Patti Smith, i collage di Antony.
La prima edizione della mostra si è svolta, con grande successo di pubblico e di critica, al Bozar di Bruxelles nel 2008.
L’iniziativa milanese ne rappresenta un continuum ideale, orientato a riproporre i medesimi meccanismi che hanno contribuito al suo successo.
Come a Bruxelles con un autore belga, così la mostra in Triennale Bovisa sarà arricchita con un artista italiano, Andy dei Bluvertigo.
La mostra è stata concepita dal più “rock’n’roll” di tutti i curatori, Jérôme Sans, fondatore ed ex-direttore del Palais de Tokyo di Parigi, oggi direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino. Il suo interesse per gli artisti che esplorano le più diverse discipline culturali, lo ha portato negli ultimi quindici anni a presentare gli aspetti meno noti di alcuni dei più famosi artisti. La musica ha sempre fatto parte del suo mondo e del suo lavoro.
Sinceramente, a parte alcuni artisti veramente ispirati (il solito Anthony con le sue donne coperte di sangue/vernice, i gatti di Pete Doherty, Andy con le sue immersioni di colore pop, Bianca Casady con le sue donne falliche e poco altro, ho trovato che la mostra avesse ben poco da esprimere e che era la solita fuffa milanese... cioè un contenitore vuoto propagandato all'inverosimile... bah... meno male che almeno non ho pagato...
Ps: Per i miei amici Fou, lo sponsor era Mivar...
Qui il link alla mostra e a tutto quello che ci gira intorno,cioè musica e cinema
Guardando al rock e all’arte da un punto di vista inedito, la mostra narra la storia di quei musicisti rock che si sono espressi anche attraverso le arti visive. Si tratta di una collettiva in cui si espongono opere create da dodici artisti alcuni dei quali icone sulla scena rock internazionale: Alan Vega, Andy, Antony (Antony and the Johnsons), Bianca Casady (CocoRosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Pete Doherty, The Kills, Herman Dune.
L’obiettivo che la mostra si pone è quello di esporre le opere di quei musicisti che sono nati artisti prima di darsi al rock; presenta un aspetto centrale della loro attività artistica, seppur sconosciuta rispetto ai loro successi musicali. I musicisti scelti ci dimostrano che le due forme di espressione – il rock e l’arte - sono inestricabilmente legate tra loro. Tutti gli artisti presentano un proprio specifico linguaggio formale. Ci sono, tra gli altri, i dipinti fatti col sangue di Pete Doherty, le polaroid intime in bianco e nero di Patti Smith, i collage di Antony.
La prima edizione della mostra si è svolta, con grande successo di pubblico e di critica, al Bozar di Bruxelles nel 2008.
L’iniziativa milanese ne rappresenta un continuum ideale, orientato a riproporre i medesimi meccanismi che hanno contribuito al suo successo.
Come a Bruxelles con un autore belga, così la mostra in Triennale Bovisa sarà arricchita con un artista italiano, Andy dei Bluvertigo.
La mostra è stata concepita dal più “rock’n’roll” di tutti i curatori, Jérôme Sans, fondatore ed ex-direttore del Palais de Tokyo di Parigi, oggi direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino. Il suo interesse per gli artisti che esplorano le più diverse discipline culturali, lo ha portato negli ultimi quindici anni a presentare gli aspetti meno noti di alcuni dei più famosi artisti. La musica ha sempre fatto parte del suo mondo e del suo lavoro.
Sinceramente, a parte alcuni artisti veramente ispirati (il solito Anthony con le sue donne coperte di sangue/vernice, i gatti di Pete Doherty, Andy con le sue immersioni di colore pop, Bianca Casady con le sue donne falliche e poco altro, ho trovato che la mostra avesse ben poco da esprimere e che era la solita fuffa milanese... cioè un contenitore vuoto propagandato all'inverosimile... bah... meno male che almeno non ho pagato...
Ps: Per i miei amici Fou, lo sponsor era Mivar...
Qui il link alla mostra e a tutto quello che ci gira intorno,cioè musica e cinema
1 commento:
Beh, sapere che non sono l'unica a cui non è piaciuta dopotutto mi consola ... :)
io sono andata oggi e l'ho recensita anch'io, purtroppo bocciandola gravemente ... :(
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