"Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio" era stata scritta in occasione dell'uscita del nuovo cd di "Materiali Resistenti", la compilation per la festa del 25 aprile a Carpi. Poi è stata esclusa e non credo solo per le bestemmie finali. Come non condividerla?
Fischiava il vento nella canna del fucile
rossa primavera alla fine di aprile
poi venne maggio e l'ordine di disarmarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
Non dovevamo fermarci, si doveva continuare
si fa con lo schioppo l'unità nazionale
mandando ogni uomo vestito di nero
prete, fascista o sbirro del re al cimitero
E invece sono ancora tutti là, coi sorrisi smaglianti
sono là i figli e i nipoti, vincenti ed arroganti
un proiettile a testa, caro il mio colonnello
e non smettere di giocare, proprio sul più bello
E a chi voleva la libertà che cosa gli diciamo?
ai compagni morti per niente che cosa raccontiamo?
che un pelato appeso a testa in giù poteva bastarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
ma porco dio, madonna ladra
non dovevamo fermarci...
(Giorgio Canali & Rossofuoco)
rossa primavera alla fine di aprile
poi venne maggio e l'ordine di disarmarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
Non dovevamo fermarci, si doveva continuare
si fa con lo schioppo l'unità nazionale
mandando ogni uomo vestito di nero
prete, fascista o sbirro del re al cimitero
E invece sono ancora tutti là, coi sorrisi smaglianti
sono là i figli e i nipoti, vincenti ed arroganti
un proiettile a testa, caro il mio colonnello
e non smettere di giocare, proprio sul più bello
E a chi voleva la libertà che cosa gli diciamo?
ai compagni morti per niente che cosa raccontiamo?
che un pelato appeso a testa in giù poteva bastarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
ma porco dio, madonna ladra
non dovevamo fermarci...
(Giorgio Canali & Rossofuoco)
Nessun commento:
Posta un commento