martedì 16 settembre 2008

Delitti e castighi

 
Sì...sto pensando a qualcuno che non ha niente a che fare con questa città o questa gente ma con cui è come se ci conoscessimo da sempre..e non perchè ascoltiamo la stessa musica o abbiamo le stesse letture o guardiamo gli stessi film.. certo, forse un po' anche quello..però vorrei che i nostri mondi si incontrassero per un attimo e mi dessero l'illusione che nonostante le situazioni, i luoghi e le vite diverse c'è una sensibilità affine, un'esigenza che viene da dentro e che ha assolutamente necessità di espressione...Cioè..quello che mi chiedo è molto semplice: Siamo così perchè siamo cresciuti ascoltando i Cure, i Bauhaus, i Joy Division o c'è un sentito comune che ci ha portato a cercare tra le molteplicità i Cure, i Bauhaus, i Joy Division??? E poi perchè alcuni di noi si accontentano mentre altri vivono nella smania della ricerca..nel continuo mettere e mettersi in discussione..? E l'introspezione è sofferenza.. d'altra parte ne sapevano qualcosa gli antichi (Chi accresce il sapere, accresce l’affanno - Ecclesiaste, Vi, 18) che parlano di terribili punizioni divine al peccato di tracotanza o di superbia, come dir si voglia.. E su questo tutti unanimi..vedi il Peccato Originale nel Cristianesimo..vedi Prometeo che ruba il fuoco a Zeus e se andiamo a cercare tra le varie civiltà potremmo fare altri e altri esempi ancora...Chi si mette contro gli dei lo fa a suo rischio e pericolo...Ma che cosa potrebbe rappresentare gli dei ai giorni nostri? Contro che cosa possiamo metterci se non contro i nostri limiti? E qui potremmo parlare di come Eracle rappresenti una tradizione di mistica interiore e le Fatiche possono essere tranquillamente interpretate come una sorta di cammino spirituale. E poi le ultime tre Fatiche sono generalmente interpretate come una metafora della morte..oppure del viaggio di ritorno a Itaca del polutropos Odisseo...
Ma forse è meglio non aprire ulteriormente il vaso di Pandora stamattina...

 

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