giovedì 22 gennaio 2009

Ieri Carla Bozulich alla casa

 


Newyorkese, classe 1965, Carla Bozulich cresce nel Greenwich Village, in una famiglia divisa tra letteratura e jazz. Poi si trasferisce in California, a San Pedro. A 13 anni lascia i genitori e inizia un lungo vagabondare, tra musica ed eccessi. La sua prima apparizione su disco è datata 1982, su "Zurich 1916" di Gary Kail; con gruppi come Neon Veins e Invisible Chains registra i primi brani in studio. Ma la sua vita diviene un calvario.
A vent'anni è una prostituta, a disperata caccia di soldi per farsi di eroina. Un abisso senza fine di violenze, degrado, dolore.
Poi, come nelle favole, un ragazzo se ne innamora e decide di salvarla. La porta in un centro di riabilitazione e le regala le sinfonie di Mahler. Una rivelazione.
"Amo la mia stupida vita. Questo imparai da Mahler, che la bellezza e l'orrore si susseguono e si mescolano eternamente senza senso e senza scopo. Fino a che tutto questo non arriva alla fine", racconterà.
Resteranno i segni del calvario, marchiati a sangue sulla sua musica.

 

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