Si sente sola e indifesa. E adesso si muove in un limbo senza scuola e senza lavoro: così vive da quasi due anni Marinella, la giovane che nel 2007 fu vittima di un “branco” di giovani stupratori nella pineta di Montalto di Castro (provincia di Viterbo). Un “branco” per il quale il tribunale dei Minori di Roma ha accolto la richiesta di «messa alla prova», avanzata dagli avvocati degli otto ragazzi di Montalto accusati di stupro nei confronti di quella giovanissima di Tarquinia. E per tutti, adesso, ventotto mesi di “servizio civile”, durante i quali dovranno dare prova di essersi pentiti in modo da evitare il rinvio a giudizio.
«Nessuno ha mai pensato al reinserimento di Marinella. Accanto a lei non c’è mai stata alcuna istituzione pubblica, nessuno le ha chiesto di cosa avesse bisogno. Nessuno le ha mai proposto un lavoro, nemmeno stagionale, nonostante che abbia dovuto lasciare la scuola» - ha tuonato l’avvocato Piermaria Sciullo, difensore della studentessa di Tarquinia - La legge prevede che i suoi stupratori, perché minorenni, vadano aiutati a reinserirsi in società, ma intanto la loro vittima è stata completamente abbandonata a se stessa. Non ce l’ha nemmeno fatta a essere presente in aula il giorno dell’udienza. E non ha ricevuto nessuna solidarietà né dalle istituzioni locali né da chi le aveva assicurato la propria disponibilità ad aiutarla». L’avvocato Sciullo è sicuro che «assistenti sociali, psicologi, e altre figure di supporto in questa fase potrebbero essere un valido aiuto per la ragazza. Ma non si sono mai visti».
Marinella, pur essendo una studentessa modello, dopo lo stupro non ce l’ha fatta a tornare a scuola. Ha anche provato a iscriversi in un istituto di Roma, ma non è riuscita a inserirsi. Da allora ha provato a cercare un lavoro, anche stagionale, ma nessuno glielo ha offerto.
Parallela alla storia di Marinella c’è quella, non priva di polemiche, di Salvatore Carai, sindaco di Montalto di Castro: all’epoca dello stupro, l’uomo - che secondo indiscrezioni sarebbe zio di uno dei violentatori - fu aspramente criticato da più parti per aver anticipato, attingendoli dalle casse comunali, circa 5000 euro a ognuno degli otto minorenni per fare fronte alle spese legali. I ragazzi avrebbero poi dovuto restituire i soldi al Comune svolgendo piccoli lavori. Ed è di questi giorni la notizia che Carai è candidato nella lista regionale delle Primarie del Pd (mozione Bersani).
All’epoca dei fatti, il sindaco di Montalto era candidato al congresso di fondazione del Pd, ma fu costretto a ritirarsi a seguito di un’aspra polemica con la capogruppo Ds al Senato, Anna Finocchiaro, che il sindaco, durante una concitata seduta del consiglio comunale dedicata proprio alla vicenda dello stupro, definì «Talebana del c...». Allora, a chiedere l’estromissione di Carai dalla lista fu il primo segretario del Pd, Piero Fassino.
(Dal Secolo XIX del 24 ottobre 2009)
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