sabato 31 ottobre 2009

ma la destra non sta certo a guardare...

 


ROMA - Maurizio Gasparri affida il suo sfogo al Giornale. Da giorni, anche in Parlamento, girano voci che sia lui il politico eccellente coinvolto in uno scandalo di transessuali, la seconda "vittima" dopo il governatore del Lazio Marrazzo. Lui a fare la parte del cliente, ricattato o comunque ricattabile, non ci sta e prende la parola sul quotidiano di Feltri prima ancora che qualcuno faccia il suo nome. Spiega che stanno girando solo ed esclusivamente pettegolezzi: "Questo vociare è uno squallore vergognoso. Ma vi giuro che il primo che scrive una riga fuori posto, o che solo lascia intendere qualcos'altro lo trascino in tribunale".

I fatti in questione risalgono alla primavera del '96. Secondo Il Giornale l'ex ministro, oggi capogruppo del Pdl, stava andando a un circolo dei Parioli per una serata con amici e con la moglie, ma "sbagliò strada e fu fermato dai carabinieri in una zona dove i transessuali sono soliti prostituirsi". Sempre secondo quanto racconta il quotidiano, Gasparri era solo (la moglie era andata alla festa, accompagnata da Italo Bocchino), stava guidando la sua auto tra i viali dell'Acqua Acetosa e i carabinieri - notando la sua andatura a singhiozzo - lo avrebbero fatto accostare.
Secondo il racconto de Il Giornale l'andatura a singhiozzo era motivata dalla ricerca di Gasparri del circolo del Polo.

Il quotidiano di Feltri continua la sua ricostruzione. "Arrivato a cena fu lui stesso a raccontare quello che gli era capitato. Segui qualche battuta e una risata più volte ripetuta anche negli anni successivi. Insomma, sarebbe stato lui stesso ad avere dato origine involontariamente ai pettegolezzi che si sarebbero alimentati anche a causa del suo vecchio indirizzo: quindici anni fa viveva in via Gradoli, in un palazzo vicino a quello dello scandalo Marrazzo".

Ancora troppi gli interrogativi su quell'appartamento, sulle visite del governatore, sul video girato dai carabinieri e soprattutto sulle strade che ha imboccato. Carmen Pizzutti, titolare della Photo Masi di Milano, ha messo a verbale (è negli atti depositati al tribunale del Riesame)i suoi contatti con i giornali per piazzare il video sul governatore del Lazio. A suo dire la trattativa con Libero si chiude il 12 ottobre e due giorni dopo l'editore di Libero lo visiona. Il diretto interessato, l'industriale delle cliniche Giampaolo Angelucci, intervenuto oggi con una nota stampa dicendo "di non essersi mai recato nell'Agenzia Photo Masi, di non aver mai conosciuto, incontrato o parlato con la Signora Masi e di non aver mai visionato il filmato relativo alla vicenda".

Gli interrogativi si fanno sempre più inquietanti, tant'è che la vicepresidente della Camera Rosy Bindi, esponente del Pd, chiede allo stesso Piero Marrazzo di contribuire a fare chiarezza. Alla domanda se esista un allarme etico per i rappresentanti della politica, Bindi risponde che "è in atto un'altra guerra dei dossier e serve chiarezza". "Da un pò di tempo - ha concluso - si usa il privato come arma di rappresaglia. C'è il rischio del ricatto, ma non so quanto possa permettersi di invocare la privacy chi ha responsabilità pubbliche".

(Repubblica.it 30 ottobre 2009)

 

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