domenica 31 ottobre 2010
sabato 30 ottobre 2010
dolcetto o scherzetto?
Per quanto mi riguarda ho un unico costume, da tristo mietitore, e in genere lo indosso proprio durante la sera dei morti, per andare in giro in macchina e dare informazioni ai passanti, che per lo più ridono.
Non amo i dolci. Tanto meno chiederli. Meglio il pesce.
Quando è fresco...
domenica 24 ottobre 2010
l'amore ed il suo contrario
la risposta della facoltà di Design alla riforma Gelmini
Modello di Cinegiornale di regime prodotto dall'Istituto Luce
Essenziale ma coglie nel segno
Confronto tra l'università italiana e quella cinese
Parodia delle classiche comunicazioni istituzionali
Cancellare non significa riformare
(Grazie a Luca C. per avermi segnalato i filmati)
sabato 23 ottobre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
misteri del corpo umano
distanze
nascondendo nella neve il respiro,
poi in un momento diverso dagli altri
io copriro' il peso di queste distanze...
di queste distanze...
di queste distanze...
Di queste distanze...
(Diaframma, Siberia)
al bar con gli amici
(come nasce una stella...)
(Shot Dunyun, da Rabbia di Chuck Palahniuk)
falsi d'autore
« Rivendico il diritto alla cazzata! »
(Ugo Tognazzi spiegando il suo arresto)
giovedì 21 ottobre 2010
e gira tutto intorno alla stanza....
Il video nasce da un'idea di ZimmerFrei, un collettivo di artisti che opera in diversi ambiti, comprendenti cinema, teatro e musica e che è composto da Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli.
Ma quanto vi ho aspettato?...
scuoti i tuoi angeli drogati Fausto
stasera ce ne andremo in giro
per le vie del centro
allegri come vecchi bonzi ubriachi
consapevoli che il peso del mondo è un peso d'amore
troppo puro da sopportare
vestiti di chiaro
ci inchineremo all'ultima luce d'agosto
baratteremo le nostre visioni
con una poltrona in prima fila
ascolteremo il respiro della terra
agli ingressi della metropolitana
cammineremo contromano
distribuendo sorrisi a baristi, a esperti di finanza
a commesse rifatte, a completi in saldo
ho visto le menti migliori della mia generazione
mendicare una presenza al varietà del sabato sera
il loro aspetto trasgressivo, il loro pallore, si sposava alla perfezione
con l'argomento della puntata
scuoti i tuoi angeli drogati Fausto
punta il tuo sguardo spiritato oltre le insegne della Sony
e poi offrimi qualcosa da mangiare
lasciatevi manipolare un po'....
La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche. Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:
1. La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3. La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4. La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando arriverà il momento.
5. Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6. Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti….
7. Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8. Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
(Grazie a Eleonora)
lunedì 18 ottobre 2010
blues come through
volami addosso qualunque cosa sia
abbraccia la mia giacca sotto il glicine
e fammi correre
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare.
Stancami
e parlami
abbracciami
guarda dietro le mie spalle
poi racconta
e spiegami
tutto questo tempo nuovo
che arriva con te.
(Ivano Fossati, Il bacio sulla Bocca)
XXD
Di seguito, invece, il manifesto delle Donne Metafemminili (che sembra una cosa astrusa ma non lo è affatto):
MANIFESTO DELLE DONNE METAFEMMINILI
F TO D: DA FEMMINA A DONNA
Ciò che siamo, ciò che vogliamo
Noi amiamo
Noi non siamo macchine per fare bambini
Noi non siamo proprietà di nessun uomo
Noi non siamo proprietà di nessuna donna
Noi non siamo l’onore e il disonore di nessun altro,
rispondiamo solo di noi stesse
Noi siamo fiere
Noi non siamo deboli, non più di qualunque essere umano
Noi non siamo deferenti verso il sesso maschile
Noi non sorridiamo in silenzio
Noi non abbiamo bisogno di protettori
Noi non ci sacrifichiamo – noi viviamo per i nostri ideali
Noi siamo reciproche, non siamo complementari
Noi siamo resistenti
Noi disobbediamo
Noi non siamo complici del razzismo, del sessismo, dell’odio
verso il lesbismo, verso la gayezza e la transessualità
Noi non ne siamo conniventi
Noi non crediamo in due sessi contrapposti, la natura ama
i continuum
Noi non crediamo nell’esistenza delle razze, ma in un’unica
razza umana
Noi non denigriamo le altre donne come ‘puttane’.
Tantomeno se vivono di lavoro sessuale
Noi non disprezziamo l'altr* da noi
Noi non siamo complici della distruzione della Natura,
e quindi di noi stessi umani
Noi non crediamo nella ‘crescita’ infinita
Noi siamo potenti
L’educazione, la televisione ci propongono insignificanza
e ancillarità – noi viviamo per noi stesse, siamo titolari
delle nostre scelte, di egoismo o di altruismo
Noi desideriamo
Noi godiamo
Noi sentiamo il nostro corpo
Noi esprimiamo i nostri bisogni
Noi cerchiamo la soddisfazione
Noi decidiamo sul nostro corpo, lo proteggiamo
Noi non abbiamo bisogno di legittimazione, ma ci
autorizziamo a fare, a volere, a credere in noi stesse
Noi siamo coraggiose
Noi non limitiamo la nostra vita per paura dell’invisibile
e dell’indimostrabile o dei suoi presunti rappresentanti
sulla terra
Noi non ascoltiamo chi spaccia verità, chi trova questa scusa
per farci obbedire
Noi non educheremo i bambini per farne veri uomini e vere
donne
Noi siamo belle
Noi rifiutiamo la schiavitù dei modelli femminili,
che ci vogliono ossessionate dal peso del nostro corpo,
dall’apparire, dal mascherare i nostri lineamenti con il trucco
o il bisturi del chirurgo estetico, afflitte dalla crescita dei peli
Noi non abbiamo paura della nostra età – giovane o anziana
Questi non sono i nostri punti di partenza ma il nostro
viaggio. Sono le strade che vogliamo percorrere:
da sole, con altre donne, con altri uomini
Noi siamo libere
Noi non abbiamo vergogna
Noi non abbiamo paura di ridere
Siamo soggetti, vogliamo esprimerci ed essere ascoltate.
Domandare e ricevere risposte
Noi vogliamo conoscere chi siamo, chi siete, com’è il mondo.
sabato 16 ottobre 2010
...Que tu m'aimais encore...
che non ci regala niente e che ci promette tutto
sembrerebbe che la felicità sia a portata di mano
allora si tende la mano e si impazzisce
tuttavia qualcuno mi ha detto
Che tu mi amavi ancora,
C'è qualcuno che mi ha detto che tu mi amavi ancora.
Allora è possibile?
venerdì 15 ottobre 2010
Prendere definitivamente una posizione
rossa primavera alla fine di aprile
poi venne maggio e l'ordine di disarmarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
Non dovevamo fermarci, si doveva continuare
si fa con lo schioppo l'unità nazionale
mandando ogni uomo vestito di nero
prete, fascista o sbirro del re al cimitero
E invece sono ancora tutti là, coi sorrisi smaglianti
sono là i figli e i nipoti, vincenti ed arroganti
un proiettile a testa, caro il mio colonnello
e non smettere di giocare, proprio sul più bello
E a chi voleva la libertà che cosa gli diciamo?
ai compagni morti per niente che cosa raccontiamo?
che un pelato appeso a testa in giù poteva bastarci
caro Valerio non dovevamo fermarci
ma porco dio, madonna ladra
non dovevamo fermarci...
(Giorgio Canali & Rossofuoco)
giovedì 14 ottobre 2010
2° Stagione
sabato 9 ottobre 2010
Tra la sabbia dell'oceano.
dopo un mese trascorso in clinica
una mattina si tirò giù dal letto
e sotto i piedi
invece delle piastrelle del pavimento
trovò la sabbia dell'oceano
abituò la vista alla luce accecante
e prese a camminare lungo la riva
non come un naufrago oppresso dai ricordi
né come un turista
ma come un soldato senza il conforto di un'epopea da condividere
e nessun altro intorno con la sua stessa divisa
vagò per giorni sotto il sole cocente
raccolse conchiglie lampeggianti
credendo ogni volta
di avere trovato la più bella
questo lo portò a elaborare amare considerazioni
sulla condizione umana
e su certi suoi amori di un tempo
tornò che era ormai aprile
con la convinzione che la vita
potesse essere tranquillamente racchiusa
in un banale quadretto balneare
(Massimo Volume)
martedì 5 ottobre 2010
dovete schiattare...
sabato 2 ottobre 2010
60 anni di noccioline
Una fotografia del 1986 di Schulz scattata da Yousuf Karsh è stata presentata ieri allo Smithsonian's National Portrait Gallery con una cerimonia a cui saranno presenti numerosi ospiti, mentre oggi nello stesso luogo vi sarà un evento che vedrà coinvolti gli eredi di Schulz e persone di tutte le età, tra le quali Lee Mendelson, suo grande amico.
"So che Sparky si sentirebbe imbarazzato, ma anche contento di vedere la portata degli eventi che celebrano il 60° anniversario dei Peanuts", ha detto Jeanne Schulz, vedova del grande cartoonist. "La maggior parte di tutti noi sarebbe tanto commossa nel vedere l'entusiasmo e l'affetto enorme che le persone di ogni età e nazionalità continuano a sentire per i suoi personaggi, così amati".
In Italia Panini Comics festeggia l'evento con l'uscita di due volumi dedicati a Charlie Brown, Snoopy & Co., ovvero Peanuts: 60 Anni e Peanuts: L’arte di Charles Schulz che vi porteranno in un viaggio dentro la serie che ha affascinato e divertito più di una generazione e ad esplorare l'arte di uno tra i più grandi cartoonist del secolo scorso.
(Carlo Coratelli su Comicus)