venerdì 17 ottobre 2008

GENdER BENdER


diversi motivi per andarci:

Le serie televisive
Genere e sessualità nel piccolo schermo

sabato 1 novembre
Aula Magna di Santa Cristina, via del Piombo 5
Le serie televisive

Negli ultimi anni si assiste con sempre maggior evidenza all’ingresso, nel mondo della rappresentazione mediale, di figure femminili dirompenti rispetto al passato. Soprattutto la televisione si è fatta promotrice di fiction e serial che vedono la presenza di donne poco rispettose dei tradizionali ruoli di genere, protagoniste principali di format narrativi di ogni genere e tipo: dal poliziesco al feuilleton ospedaliero, dal fantastico alla sit com.

Tra questi prodotti spicca, in un ambito più strettmanete legato al femminile e all’identità lesbica, “The l word”, la prima serie televisiva al mondo a mettere in scena una comunità di donne lesbiche, legate tra loro da rapporti di amicizia, affetto, amore, in una Los Angeles postmoderna. Già Sex and the City, una delle più famose e osannate serie degli anni Novanta, aveva rotto un nuomero consistente di tabù legati alla rappresentazione del femminile mostrando personaggi in cerca soprattutto della propria felicità e realizzazione, di una nuova forma di rapporto con gli uomini, e mai soddisfatte di soluzioni a buon mercato.

Dopo il cinema, dunque, la televisione torna a ricoprire un ruolo di primo piano nella produzione di un immaginario all’altezza dei tempi, capace di cogliere e rielaborare le trasformazioni culturali e sociali che riguardano i cambiamenti relativi al genere e alla sessualità. Scopo del convegno è fare il punto della situazione su questa nuova e fertile tematica della fiction televisiva, analizzando gli immaginari proposti dalle più famose serie televisive americane e italiane, con esperte ed esperti del settore e studiosi di fama internazionale.

i relatori e gli interventi

Adolescenza e identità sessuale nel teen drama: il caso Buffy the Vampire Slayer
di Veronica Innocenti, docente di Storia della Radio e della televisione, Università di Bologna.

Un approfondimento sulla rappresentazione dell'adolescenza e dell'identità sessuale in Buffy the Vampire Slayer (nella versione italiana Buffy l’ammazzavampiri), che analizza in particolare le nuove peculiarità narrative della serie ideata da Joss Whedon –autore anche di Angel e di Serenity, serie cult negli Stati Uniti - e in particolare sul processo di ibridazione dei generi e sull'utilizzo di metafore come strumento di creazione di un nucleo narrativo principale nei singoli episodi. Una riflessione sarà inoltre dedicata al tema dell'identità sessuale nelle fan fiction prodotte dagli spettatori della serie.

Ugly Betty e le altre. Nuovi Modelli Femminili nelle serie televisive contemporanee
di Mariapia Pozzato, docente di semiotica presso l'Università di Bologna ed è presidente dell'Associazione italiana di studi semiotici.

La fiction contemporanea offre sia stereotipi femminili già noti e conosciuti, sia figure che rappresentano piuttosto una serie di inquietudini verso il mondo maschile: le single in agrodolce di Sex and The City, le casalinghe disperate dell'omonima serie, la famiglia tutta al femminile di Mujeres, la protagonista bruttina di Ugly Betty creano una serie di 'zone grigie' attorno ai ruoli tradizionali, offrendo soluzioni narrative e ideologiche che sono destinate contemporaneamente a pubblici internazionali e molto differenziati. Ma come possono queste figure femminili di rottura, così culturalmente e fortemente caratterizzate, essere ugualmente accette in scenari culturali molto diversi l’uno dall’altro?

Sesso e violenza: soap stories e violenza delle rappresentazioni
di Cristina Demaria, ricercatrice di semiotica all’Università di Bologna

A partire da Rome, serie televisiva prodotta dalla HBO e dalla BBC, l’intervento si concentra sul modo in cui la transizione dalla Repubblica all’Impero Romano viene rappresentata non solo legando il sesso al potere e all’intrigo, ma soprattutto rileggendola attraverso le relazioni di genere e le amicizie omoerotiche. La serie ci racconta infatti il trionfo e la caduta di Cesare e le lotte tra i patrizi romani colorando gli eventi di tinte soap e dark, con scene di dominazione patriarcale ma anche di amore omosessuale - passaggi peraltro censurati al momento della messa in onda in Italia. E se è vero che la fiction Tv è tra i luoghi privilegiati di rielaborazione e restituzione non solo dei modelli culturali, ma anche delle contraddizioni sociali, Rome può essere considerato uno specchio interessante, capace di riflettere sia come si parli del presente, reinterpretando la ‘Storia’, sia la maniera in cui la ‘nostra’ storia venga rivisitata, tradotta ed esoticizzata.

“L”. Il lesbismo tra marchiatura e branding
di Monica Baroni, docente di Storia dell’industria culturale all’Università di Urbino

Negli immaginari contemporanei la rappresentazione del lesbismo sembra indicare due dimensioni conflittuali: quella della marchiatura sociale e culturale e quella della contemporanea ascesa ad un mercato della comunicazione che tende a brandizzare le differenze, facendone dei prodotti che, come le merci, posseggono un valore aggiunto, quello della marca e del brand, appunto, uno dei più potenti motori dell’economia e degli immaginari nella società contemporanea. La serie televisiva The L word , che qui in particolare si analizzarà, esprime in modo esemplare questo nuovo statuto del lesbismo.

Gay-files. Rappresentazioni di gay e lesbiche: visti e persi nella tv italiana
di Daniele Salerno e Andrea Tramontana

Lino Banfi rivoluzionario sostenitore dei diritti delle lesbiche? Gay in famiglia che adottano figli? Sarti, commessi e poliziotti con gusti sessuali di un certo tipo? Negli ultimi anni, e ancora di più nella stagione in corso, i gay e le lesbiche sono sempre più presenti nelle serie tv italiane. Le strategie rappresentative del mondo queer sembrano tendenzialmente ispirate a un principio di addomesticamento. D’altra parte questo tipo di rappresentazione, che gioca su conoscenze comuni acquisite e confortanti, produce l’effetto di lasciare in ombra tutto ciò che non rientra in tali stereotipi. Questo dato, insieme ad alcune scelte di politica editoriale, come la collocazione nel palinsesto, la mancata messa in onda di alcune puntate o addirittura la rinuncia a trasmettere intere serie, segnalano i limiti entro cui si muove la tv italiana nel trattare certi temi. Tuttavia esistono pratiche alternative di fruizione che aggirano queste forme di censura/filtro culturale.

Daniele Salerno è dottorando di ricerca in Semiotica presso il Dipartimento di Comunicazione dell'Università di Bologna. Andrea Tramontana è dottore di ricerca in Semiotica e post-doc presso la medesima struttura.

La serialità televisiva tra reazione e innovazione
di Francesca Manieri, sceneggiatrice per il cinema, la televisione e il teatro

La serialità televisiva nasce, semplificando, per due ordini di ragioni: copre per un medio-lungo periodo una porzione del palinsesto e tende a fidelizzare una quota stabile di ascoltatori. Entrambe queste caratteristiche comportano esiti inellutabili. Primo fra tutti il fatto che il prodotto televisivo ha sempre una finalità strumentale, e che pertanto la scrittura televisiva è orientata massicciamente dalla pubblicità. È dunque l’aspettativa di pubblico, inteso per altro come target pubblicitario, a creare e determinare il prodotto e non è mai interesse della televisione la creazione di uno spostamento radicale dell’opinione degli spettatori. Tuttavia, pur all’interno di vincoli così stretti, le serie televisive degli ultimi anni mettono in campo elementi di grande innovazione sul piano della rappresentazione identitaria e di genere. È il caso del medico gay in Un medico in famiglia e della transessuale Fiorella nella seconda serie Raccontami. Eppure ciò che viene rappresentato lo è solo a patto di una massiccia epurazione e di una forte spinta normante. Di qui il nodo cruciale messo in questione: quali i margini di una reale riscrittura dell’immaginario all’interno del sistema produttivo televisivo?

Come si immaginano le lesbiche. "L'assassinio di Sister George” e le sue uccisioni simboliche
di Nerina Milletti, storica del lesbismo

La percezione del film L'assassinio di Sister George come rappresentazione verosimile o, al contrario, come riproduzione di stereotipi negativi, lo ha reso ancora oggi uno dei più amati ed odiati dalle lesbiche. Alla base delle opposte valutazioni stanno differenti contesti culturali e politici e, in generale, la necessità di avere/dare un'immagine positiva di sè. Ciò che conferirebbe tale qualità positiva può variare (ad esempio l'integrità morale delle protagoniste, la loro carica erotica o l'happy ending), ma tanto più viene richiesto all'opera filmica quanto più sono scarsi i modelli a disposizione delle spettatrici.

Mi vedo in televisione e dunque sono: lo spettatore si racconta
di Anna Passarini, producer freelance per promo televisivi, collabora con FOX International Channels Italy, Jimmy, con la cattedra di Analisi della Fiction alla Sapienza di Roma.

The L Word ha rappresentato un vero e proprio fenomeno mediatico, e ha dato vita a una comunità di fan organizzate e attive in tutto il mondo, che hanno stabilito un rapporto diretto con le creatrici della serie. L’intervento analizzerà il fenomeno del fandom alla luce della letteratura più recente, che ne esplora le varie dimensioni, in particolare in rapporto ai temi della competenza interpretativa, del coinvolgimento affettivo, della narrazione identitaria e del potere.

Se si può dire che da una parte il fandom sia frutto di pratiche testuali che oramai appartengono all’industria culturale, e che implicano nel prodotto una fruizione fandomizzata, dall’altra i suoi strumenti organizzativi, e Internet in particolare, gli offrono la possibilità di influenzare gli stessi produttori, producendo metatesti che hanno a loro volta un pubblico di fan. Lo spettatore omosessuale inoltre nutre un legame particolare con l’aspetto creativo del fandom poiché, abituato a portare i testi oltre ai loro sviluppi televisivi in un ambito di fantasia personalizzata, ha sempre riscritto le proprie storie preferite per potervisi identificare.

Al termine del covegno Francesca Manieri e Anna Passarini intervistano Rose Troche, regista di Go Fish e produttrice e regista di The L Word.

Angela Baraldi e Vittoria Burattini
in concerto
sabato 1 novembre
La Scuderia, piazza Verdi 2
Angela Baraldi e Vittoria Burattini

Soggettiva chiude la giornata di studi con un concerto dedicato alla migliore scena femminile rock bolognese, che in qualche modo interseca anche il mondo della televisione e del cinema e richiama nuovi e inconsueti immaginari femminili. Angela Baraldi, protagonista della serie televisiva Quo Vadis Baby ma musicista per vocazione, e Vittoria Burattini, ex batterista dei Massimo Volume, in concerto insieme a Egle Sommacal e Davide Blandamura.

Vittoria e Egle, rispettivamente batteria e chitarra dei Massimo Volume, si sono da poco rimessi al lavoro realizzando con Emidio Clementi la sonorizzazione del film La caduta della casa degli Usher in occasione dell’apertura del Torino Traffic Festival. Stanno inoltre partendo con una tournèe che porterà i Massimo Volume in giro per i più importanti rock club italiani. Davide Blandamura è da sempre un musicista che accompagna Angela in tutti i suoi progetti: con lei anche nel suo ultimo disco, che è la colonna sonora di Quo Vadis baby? la serie, per Sky tv, di cui Angela è l’attrice protagonista nel ruolo dell’investigatrice Giorgia Cantini. Angela è inoltre reduce dal lavoro teatrale Le Cognate di Michel Tremblay, diretto da Andrea Adriatico, presentato a Bologna per Teatri di Vita nel Luglio del 2008 e portato successivamente in giro per l’Italia.

I quattro musicisti proporranno un riarrangiamento scarno e rarefatto delle canzoni più intime che Angela Baraldi ha scritto nel corso della sua carriera; una rivisitazione, partecipata e coinvolgente, di molti dei brani dell’album Baraldi Lubrificanti, che vede la presenza di Vittoria alla batteria. Durante il concerto Angela presenterà al pubblico una lettura di poesie tratte dalle raccolte di Pasolini, Silvia Plath, Alda Merini.

* Orario: h 22.30
* Biglietto: ingresso 5€

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